San Marino. Consiglio Grande e Generale – Lunedì 15 dicembre 2025 mattina. Report by AskaNews

Il Consiglio Grande e Generale torna a riunirsi per la lunga sessione di dicembre in programma da oggi fino a martedì 23. I lavori cominciano dal comma “Comunicazioni”, con al centro il tema della “questione morale”, evocato dal consigliere di Rete Matteo Zeppa e dal Segretario di Stato Rossano Fabbri. 

Il Segretario di Stato Andrea Belluzzi apre riferendo sull’esito delle elezioni delle giunte di Castello del 23 novembre. Ringrazia l’intera macchina elettorale, sottolineando come l’organizzazione sia stata apprezzata anche da osservatori internazionali. Evidenzia però il dato critico della bassa affluenza. Belluzzi invita la Commissione per le riforme istituzionali ad avviare un confronto anche sulle giunte e sostiene che, in attesa di riforme strutturali, sia possibile migliorare il dialogo e l’ascolto delle loro richieste.

Maria Katia Savoretti (RF) osserva che sempre meno cittadini sono disposti a candidarsi perché l’impegno richiede tempo e responsabilità senza un reale riscontro, mentre l’affluenza dimostra una perdita di fiducia dovuta alla scarsa capacità delle giunte di incidere concretamente.

Antonella Mularoni (RF) sostiene che molti cittadini percepiscono le giunte di Castello come organismi marginalizzati e ritiene diffusa l’idea che le richieste vengano accolte solo se provenienti da giunte considerate vicine al Governo. Evidenzia come in quasi tutti i Castelli si sia presentata una sola lista e sottolinea che negli unici due casi di competizione elettorale hanno vinto liste non sostenute dal Governo. In chiusura contesta duramente l’organizzazione dei lavori consiliari, definendo inaccettabile una sessione di nove giorni con notturne fino alle otto del mattino.

Il Segretario di Stato Marco Gatti chiarisce che la programmazione dei lavori è legata alla necessità di approvare il bilancio entro fine anno per evitare l’esercizio provvisorio. Annuncia poi che Fitch e DBRS hanno migliorato il rating di San Marino, con Fitch che alza il giudizio di un livello e mantiene un outlook positivo. Spiega che l’upgrade si fonda sul miglioramento del sistema bancario, in particolare sulla riduzione degli NPL, sulla solidità e diversificazione dell’economia e sull’equilibrio dei conti pubblici, con un rapporto debito/PIL in diminuzione. 

Matteo Zeppa (Rete) afferma che anche a San Marino la questione morale esiste ed è alimentata da cattiva gestione pubblica, rapporti opachi e da un sistema che, a suo dire, favorisce soggetti discutibili. Porta ad esempio la vicenda della tentata scalata bulgara a Banca di San Marino, denunciando il silenzio delle istituzioni e il rischio di un “segreto tombale”. Si sofferma poi sull’operazione legata all’ex Symbol, illustrando presunte criticità relative al console onorario a Bogotà, citando articoli di stampa colombiana e collegamenti internazionali controversi. Conclude presentando un ordine del giorno che impegna il Congresso di Stato a riferire sull’opportunità di mantenere Iacono nel ruolo di console onorario.

Il Segretario di Stato Rossano Fabbri difende l’upgrade del rating come un fatto politico di grande rilevanza, legato alla credibilità complessiva del Paese. Accoglie l’invito alla vigilanza sulla “nuova questione morale”, ma afferma di non avere paura di affrontarla. “Mi rivolgo – dice – alla mia maggioranza e alla Democrazia Cristiana: Alleanza Riformista non tollererà mai che qualcuno possa demolire il grande lavoro di riqualificazione del nome di San Marino che stiamo facendo. Se qualcuno ha pensato di poter giocare con il nome della più antica Repubblica del mondo, quel qualcuno ha sbagliato e troverà in me e in Alleanza Riformista il più acerrimo nemico”. Fabbri si rivolge al segretario della Dc Gian Carlo Venturini chiedendo “di continuare a vigilare attentamente, di non abbassare la guardia, anzi di alzarla. Perché sia chiaro che un’eventuale nuova questione morale avrebbe un impatto dirompente su tutto l’attuale assetto istituzionale”.  

Massimo Andrea Ugolini (PDCS) invita alla prudenza, sostenendo che prima di gettare ombre o accuse occorre attendere gli esiti delle indagini in corso. Richiama il principio della separazione dei poteri e il rispetto del lavoro del Tribunale. Rivendica il percorso di riforme portato avanti negli anni sul fronte della trasparenza bancaria, dell’antiriciclaggio e della cooperazione internazionale.

Il Segretario di Stato Matteo Ciacci afferma che il tema della questione morale non può lasciare indifferente l’Aula e dichiara la piena disponibilità di Libera ad affrontarlo in modo trasversale. Ribadisce la necessità di difendere l’autonomia di Banca Centrale da ogni pressione e, qualora le accuse emerse fossero fondate, ritiene corretto valutare il richiamo del console. Propone quindi un approccio strutturale, suggerendo l’istituzione di un comitato autorevole per la valutazione degli investimenti rilevanti. “La questione morale – conclude – la si affronta con le proposte, e non solo con importanti dichiarazioni al microfono”.

Enrico Carattoni (RF) sostiene che in Aula si stia di fatto svolgendo una verifica di maggioranza. Boccia la proposta di un maxi comitato che indichi se un investitore sia “adeguato”, ritenendola un modo per non decidere e un rischio di confusione di ruoli. Aggiunge che la reputazione di San Marino e della banca viene nuovamente colpita dal soggetto della tentata scalata, mentre istituzioni e organi competenti restano in silenzio, “forse per paura di essere smentiti”.

Iro Belluzzi (Libera) rifiuta l’uso della questione morale come clava politica collegata a poste di spesa tolte e ribadisce che, in uno Stato di diritto, è il Tribunale a dover fare chiarezza. Avverte però del rischio di pressioni sugli organi dello Stato, su Banca Centrale o perfino sul Tribunale. Difende l’identità di Libera come forza “con la schiena dritta”, ma contesta l’idea di un super gruppo che “scremi” gli investitori.

Sandra Stacchini (PDCS) giudica di pessimo gusto le dichiarazioni che insinuano sospetti e screditano colleghi invocando “a sproposito” la questione morale. Difende il buon nome delle persone e del proprio partito, affermando che, se emergessero “gravi motivi di questione morale” legati al PDCS, lei ne uscirebbe immediatamente. Sostiene che chi sbaglia deve pagare, ma respinge l’idea che in Aula si possano fare “processi” o lanciare accuse.

Dalibor Riccardi (Libera) insiste sul fatto che l’upgrade internazionale abbia un valore soprattutto per il Paese, perché può tradursi in minori interessi sul debito e in più risorse per attuare il programma. Riccardi afferma che “sulla questione morale non abbiamo bisogno di lezioni da parte di nessuno”, perché, a suo dire, qualcuno la usa per creare distrazione e “fumo negli occhi” rispetto agli obiettivi del programma di governo.

Fabio Righi (D-ML) afferma che ogni volta che si affronta il caso della Banca di San Marino, in Aula si scatena un “fuoco incrociato” di dichiarazioni senza mai arrivare al punto centrale. Dice di non accettare più l’atteggiamento di chi sostiene di “non sapere nulla”. Precisa che non chiede di entrare nel merito dei fascicoli giudiziari, ma ritiene doveroso che la politica, anche attraverso sedi riservate e commissioni competenti, sia consapevole di ciò che sta succedendo per potersene assumere la responsabilità. Sul piano politico, parla di grande confusione all’interno della maggioranza, accusandola di dire una cosa e poi smentirsi da sola, e legge in questo una crescente incapacità di governo. 

Netta la posizione di Gian Carlo Venturini (PDCS) sul tema della questione morale: “Quando c’è la mancanza di argomenti, si interviene per cercare di recuperare uno spazio politico che magari non è stato ottenuto o che sta svanendo: quindi ci si attacca a tutto”. Difende con forza l’upgrade delle agenzie di rating, insistendo sul fatto che questi riconoscimenti non arrivano se non sono meritati e che certificano un recupero di credibilità internazionale. Rivendica il passaggio da un Paese “a rischio default” (durante Adesso.Sm) alla “tripla B con outlook positivo”. Sul progetto Symbol, ricorda “che è stato sospeso dal Comitato Tecnico Scientifico, poi approvato con numerose prescrizioni e che dovrà essere ulteriormente valutato dalla Commissione Politiche Territoriali prima di eventuali passaggi successivi. Qualora emergano elementi di non chiarezza o dubbi, l’iter potrà anche essere fermato”. “La Democrazia Cristiana – conclude – non accetta e non accetterà mai compromessi sulla questione morale. Chi oggi tenta di riesumarla perché non ha altri argomenti farebbe meglio a un serio esame di coscienza, sia nella maggioranza sia nell’opposizione, invece di cercare di sminuire il ruolo della Dc”.

Nicola Renzi (RF) pone una domanda che reputa centrale: se nella maggioranza ci si accusa di pressioni su Tribunale e autorità di controllo, perché “dovete stare insieme per forza”? Sostiene che, se la situazione è davvero grave, va affrontata e risolta dentro la maggioranza stessa. Contesta la narrazione di “grandi risultati”, sostenendo che nel Paese l’impressione diffusa sia quella di un governo fermo e concentrato su comunicazione e selfie. Chiude con un punto politico-istituzionale: invita a una riflessione seria sugli investimenti e sulla capacità del Paese di gestire compravendite bancarie e autorizzazioni in tempi ragionevoli.

Manuel Ciavatta (PDCS) si sofferma sull’esperienza del governo Adess.sm affermando che Libera ha “avuto il coraggio” di interrompere quella deriva, smettendo di “fare la guerra” a Tribunale e Banca Centrale, scelta che attribuisce invece non compiuta da Repubblica Futura. Contesta l’idea di un Paese fermo e sottolinea poi il valore della stabilità di governo come elemento decisivo anche per la credibilità. Chiude con un appello a non alimentare l’idea di una politica corrotta: riconosce che in passato l’immagine poteva non essere del tutto infondata, ma sostiene che “oggi non è più così”.

Secondo Luca Lazzari (PSD), la nuova questione morale non è una caccia alle streghe né un regolamento di conti, e non si risolve con strumenti giudiziari aggiuntivi. È piuttosto una politica che si assume pienamente la responsabilità di decidere come e con chi sviluppare il Paese, operando con trasparenza, solidità e condivisione.

“Per quanto riguarda le presunte pressioni su Banca Centrale, mi chiedo quali siano – afferma il Segretario di Stato Federico Pedini Amati. Domande fatte ai funzionari della vigilanza in una seduta segreta non mi sembrano pressioni”. Sull’operazione Symbol, “per quanto emerso anche dall’intervento del consigliere Zeppa, io dico chiaramente: fermiamola. Fermiamola almeno per verificare”. Nel finale una riflessione di carattere politico. “In quest’aula si stanno definendo posizionamenti per un futuro governo. Lo si capisce chiaramente. C’è bisogno di chiarezza. Il mio più grande rammarico è questo: questa maggioranza e questo governo, così come stanno operando oggi, non stanno funzionando”. 

Alle 13.00 i lavori vengono sospesi. Riprenderanno oggi alle 15.00 

20251215 – Consiglio Grande e Generale – Report lunedi 15 dicembre 2025 mattina (1)