Cronaca. Rimini, erbe e preparati contro il Covid: cade l’accusa di truffa per il 70enne, condanna per esercizio abusivo

Si chiude con una sentenza in chiaroscuro il processo di primo grado a carico di Orfeo Bindi, il settantenne riminese finito al centro delle cronache giudiziarie e mediatiche per la sua attività di “guaritore”. Il Tribunale di Rimini ha stabilito che l’uomo non è responsabile del reato di truffa, assolvendolo con la formula perché il fatto non sussiste. Tuttavia, i giudici lo hanno condannato a dieci mesi di reclusione, oltre al pagamento di una sanzione pecuniaria, per aver esercitato abusivamente la professione di omeopata e per la violazione dei sigilli imposti dall’autorità.

La vicenda aveva preso avvio in seguito a un servizio del tg satirico Striscia la Notizia, che aveva documentato l’operato dell’uomo. Secondo l’impianto accusatorio, Bindi proponeva rimedi a base di erbe e specifiche miscele in polvere garantendo effetti benefici e guarigioni per diverse patologie, tra cui l’infezione da Covid-19. Le indagini avevano portato, nel gennaio del 2022, all’intervento della Guardia di Finanza e alla sospensione della sua attività.

Nel corso del dibattimento è emerso un quadro singolare: nessuno dei circa trenta clienti chiamati a testimoniare ha dichiarato di sentirsi raggirato dalle pratiche del settantenne. L’assenza di costituzioni di parte civile e le dichiarazioni dei testimoni hanno contribuito a far cadere l’ipotesi della truffa. Resta però la condanna per aver svolto pratiche sanitarie senza i necessari titoli abilitativi e per non aver rispettato i provvedimenti di chiusura. La difesa ha già comunicato l’intenzione di impugnare la sentenza ricorrendo in Appello.