La seduta mattutina riparte dalla discussione degli articoli del Bilancio di previsione 2026-2028. Resta il muro contro muro tra i due fronti con accuse incrociate. La maggioranza accusa gli avversari di voler “fare ostruzionismo. Faccio notare ai cittadini – dice Gian Nicola Berti (Ar) nell’unico intervento delle forze di governo della mattinata insieme a quello di Iro Belluzzi – che abbiamo dato la massima disponibilità per confrontarci su provvedimenti normativi, ma non ci si può confrontare su 100-150 argomenti simultaneamente in piena notte senza possibilità di approfondire i temi”.
Dall’opposizione è stata lamentata la linea di chiusura di maggioranza e governo, e di mancanza di confronto politico nel merito delle proposte.
Giovanni Maria Zonzini (Rete) ha denunciato un “cinico silenzio” e un “mutismo selettivo” di fronte ai problemi concreti di famiglie e imprese.
Enrico Carattoni (Rf) ha parlato di un’aula “svuotata del suo ruolo”, dove “non c’è neanche la dignità di dire discutiamone o trasformiamo l’emendamento in un ordine del giorno”.
Antonella Mularoni e Carlotta Andruccioli hanno contestato la narrazione della maggioranza sui lavori notturni e sul presunto ostruzionismo, sostenendo che l’opposizione abbia esercitato legittimamente i propri diritti parlamentari e denunciando l’assenza dei Segretari competenti durante il dibattito.
Nel merito delle proposte, l’aula ha discusso 8 emendamenti dell’opposizione, tutti bocciati. Nel primo “Osservatorio tassi e limite allo spread” RF propone di pubblicare sul sito del Dipartimento Finanze i tassi medi praticati dalle banche e di dare mandato a Banca Centrale di fissare un limite allo spread tra tassi attivi e passivi. Antonella Mularoni parla di “strumento utile” e di tutela della clientela; Enrico Carattoni insiste su giovani e famiglie, con il credito “più caro” a San Marino; Matteo Casali chiede “un atto di chiarezza” per evitare paradossi sui prestiti “agevolati”. A favore anche Rete e D-ML che puntano sul tema della trasparenza. Dalla maggioranza Gian Nicola Berti dichiara: “L’osservatorio esiste già, è Banca Centrale.”
Bocciato con 31 no l’emendamento “Credito d’imposta per aumenti salariali”, in cui RF propone un credito d’imposta per le imprese che redistribuiscono utili o riconoscono aumenti tramite contrattazione aziendale di secondo livello, con un vincolo: il credito non può superare il maggior gettito fiscale generato dagli aumenti. Casali lo definisce “a costo zero” e orientato a salari più alti; Carattoni lega la misura al crollo del potere d’acquisto e cita l’aumento delle famiglie in difficoltà, citando i recenti dati della Caritas Diocesana.
Giovanni Maria Zonzini (Rete) parla di “tema cruciale”, ma avverte sui rischi se “non calibrata”.
Respinto con 28 voti e contrari e 8 a favore anche l’emendamento di Rete “Incentivi Smac su beni di prima necessità” in cui si propone un meccanismo anti-caro spesa: sconto IGR ai negozi alimentari che, su beni di prima necessità, aumentano “a proprie spese” la ricarica SMAC del 2% in più, con disponibilità a rivedere percentuali e sconto. Zonzini lo presenta come “piccolo calmiere” con costo contenuto; Carattoni lo definisce “intelligente” perché sostiene consumatori e mercato interno; Andruccioli e Troina lo giudicano “di buon senso” in una fase di difficoltà delle famiglie. Zonzini denuncia il “cinico silenzio” della maggioranza.
L’emendamento successivo è di RF e si titola “Pacchetto PMI e imprese online”. In sintesi chiede un intervento a favore di giovani imprenditori, lavoratori autonomi e microimprese: riduzione/agevolazione dei costi iniziali come contributi, tassa di licenza, e oneri, oltre a misure specifiche per attività online, con ampia delega regolativa al Congresso di Stato tramite decreto. Carattoni descrive l’avvio d’impresa attualmente troppo oneroso, con spese di “4-6 mila euro”; Zonzini richiama il “nanismo” del tessuto produttivo e la necessità di competitività in vista dell’UE; Mularoni lancia l’allarme su giovani che aprono in Italia “perché più conveniente”. “È sbagliato continuare a puntare sull’allargamento della pubblica amministrazione e vedere solo la grande impresa come trainante. – ha aggiunto Mirko Dolcini di D-ML – Non si può far finta di niente per la PMI: non navigano nell’oro, anzi, a volte i titolari guadagnano meno dei propri dipendenti e pur di non licenziare tolgono il pane dalle proprie tasche”.
Sul capitolo “investimenti e crescita”, Rf propone detassazioni sugli investimenti produttivi, maggiorazione del 30% sui beni strumentali e credito d’imposta fino al 40% sui costi di formazione, con uno stanziamento complessivo indicato in 3 milioni.
Zonzini sintetizza la filosofia: “È meglio tassare gli utili e detassare gli investimenti”, perché sono la precondizione della crescita. Casali richiama eccellenze industriali e la cancellazione di precedenti detassazioni sulla formazione.
Nel finale, Carattoni alza i toni accusando il governo di non avere “nessuna idea per lo sviluppo” e denunciando un modello che preferirebbe “prendere un investitore esterno” invece di “depotenziare gli investimenti interni”. L’emendamento è respinto con 8 voti favorevoli e 29 contrari. Respinto senza interventi anche l’emendamento Rete sul “contratto di rete tra imprese”.
Stessa sorte anche ai “finanziamenti convenzionati” di RF, che intende recuperare una norma del 2018, abrogata successivamente, per deroghe mirate alle agevolazioni, con business plan e passaggio consiliare.
Carattoni ha parlato di “damnatio memoriae” e di norma “sensata” cancellata “solo perché” figlia del governo Adesso.Sm e del Segretario Zafferani.
Troina ha riconosciuto che la proposta “merita attenzione” e Nicola Renzi (Rf) ha rivendicato la trasparenza delle convenzioni “alla luce del sole”.
Infine RF ha proposto l’emendamento “Incentivi alla formazione”, con risorse quantificate in 300 mila euro per valorizzare competenze richieste e formazione continua, anche per gli over 50.
Casali ha parlato di capitale umano e ha criticato la cancellazione delle agevolazioni con la riforma IGR.
Emanuele Santi (Rete) ha accusato la maggioranza di non prepararsi all’accordo di associazione.
Pelliccioni ha detto che l’emendamento “incontra le necessità del paese” nel percorso europeo.
Dalla maggioranza, Iro Belluzzi (Libera) ha ridimensionato il tema: “Non è che senza un emendamento sulla formazione le imprese diventano meno competitive”.
Dolcini (D-ML) ha replicato: “Questo non è vero soprattutto nella formazione”, criticando le risorse previste come insufficienti. Anche questo emendamento è stato respinto con 8 voti favorevoli e 21 contrari.
Di seguito una sintesi dei lavori
20251217 – Consiglio Grande e Generale – Report mercoledi? 17 dicembre 2025 mattina












