Una pioggia di nuove accuse e una condanna ancora più pesante travolgono un professionista riminese di 62 anni, finito nuovamente al centro di una tempesta giudiziaria per aver gestito in modo illecito i capitali dei propri assistiti. Il tribunale di primo grado ha infatti stabilito una pena di 2 anni e 8 mesi di reclusione per il reato di appropriazione indebita aggravata, confermando un modus operandi che era già costato all’uomo precedenti guai legali. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, il ragioniere avrebbe sistematicamente trattenuto per sé le somme che i clienti gli affidavano con la convinzione di saldare i propri debiti con il Fisco, dalle quote Imu ai versamenti Irpef, per un ammanco complessivo che si aggira intorno ai 400mila euro.
La vicenda processuale ha visto la partecipazione attiva di tre parti offese, tra cui figura anche una fondazione, le quali hanno deciso di costituirsi parte civile attraverso l’assistenza legale degli avvocati Gianluca Brugioni, Fabrizio Belli e Paolo Ghiselli. Non si tratta, d’altronde, di una situazione isolata per il sessantaduenne: il suo curriculum giudiziario riporta già una sentenza di primo grado del gennaio 2024, che inizialmente prevedeva 1 anno e 7 mesi con pena sospesa, successivamente ricalcolata e ridotta a 1 anno e 3 mesi in sede di Appello. Tuttavia, questo nuovo verdetto aggrava sensibilmente la sua posizione, sottolineando la reiterazione delle condotte illecite ai danni di chi si era affidato alla sua competenza professionale.
Nel corso del dibattimento, l’imputato ha cercato di giustificare le proprie azioni fornendo una versione dei fatti dai tratti drammatici. Attraverso il suo legale, l’avvocato Piero Venturi, il commercialista ha spiegato di essere finito in una spirale di difficoltà economica estrema, dichiarando di essere stato vittima di estorsione da parte di alcuni suoi stessi clienti. Secondo questa tesi difensiva, l’uomo sarebbe stato ridotto sul lastrico e avrebbe utilizzato il denaro destinato alle tasse altrui nel disperato tentativo di colmare i vuoti finanziari che si erano creati. Una ricostruzione che, tuttavia, non ha convinto i giudici di primo grado, i quali hanno ritenuto provata la responsabilità penale per gli ammanchi contestati.
La battaglia legale è comunque lontana dal considerarsi conclusa. Nonostante la durezza della nuova condanna, la difesa ha già tracciato la rotta per i prossimi passi giudiziari. L’avvocato Venturi ha infatti comunicato l’intenzione di impugnare la decisione non appena saranno rese note le motivazioni della sentenza, preannunciando un nuovo ricorso in Appello nel tentativo di ribaltare o mitigare l’esito di questo secondo procedimento che mette a serio rischio il futuro professionale e personale del commercialista riminese.












