San Marino. Consiglio GG. Mercoledì 17 dicembre 2025, pomeriggio – sintesi Askanews

Mercoledì 17 dicembre 2025, pomeriggio

Prosegue nel pomeriggio l’analisi degli emendamenti dell’opposizione alla legge di Bilancio di previsione 2026-2028. I lavori procedono a rilento: solo 4 gli emendamenti discussi e respinti dal Consiglio. In aula rimbalza più volte l’ipotesi di un accordo tra maggioranza e opposizione per salvare alcuni emendamenti della minoranza in cambio di una velocizzazione dei lavori: “C’è stata una proposta informale per accogliere cinque o sei emendamenti”, avverte Emanuele Santi (Rete), chiedendo che l’intendimento venga “formalizzato”. Fabio Righi (D-ML) propone di fermarsi “qualche minuto” per capire se la disponibilità “sia seria”. Ma, emendamento dopo emendamento, prosegue il braccio di ferro.

Tra gli emendamenti Domani–Motus Liberi porta in Aula un meccanismo per intervenire su immobili privati in degrado e abbandono nei centri storici, quando i proprietari risultano irreperibili. Gaetano Troina spiega la ratio: edifici “spesso pericolanti” che “deturpano il decoro urbano” e possono diventare un rischio; l’emendamento, dice, prova a superare l’impasse di “obbligare i proprietari a prendersene cura” quando non si trovano. Il punto di equilibrio, secondo i proponenti, starebbe nei tempi lunghi: “periodo ventennale di totale disinteresse” e indennizzo accantonato per cinque anni. Mirko Dolcini (D-ML) collega il termine ai principi civilistici: “vent’anni è il termine dell’usucapione”, e con i cinque anni aggiuntivi “si arriva a 25 anni”, quindi “rende lecito l’intervento” nell’interesse collettivo.D’accordo Sara Conti (Rf) che propone di “trasformare il degrado in una risorsa”, immaginando recuperi legati a progetti culturali e turistici: dopo vent’anni di abbandono, “lo Stato può dichiararne la pubblica utilità, versando un congruo indennizzo”. Nicola Renzi (Rf) denuncia che la normativa vigente “non consente interventi tempestivi”. Andruccioli (D-ML) insiste sul ruolo delle Giunte di Castello e sul parere della Commissione Monumenti, invocando un intervento per “sicurezza, decoro e igiene urbana”. Enrico Carattoni (Rf) pala di imbarazzo di chi lavora in un centro UNESCO: i turisti, racconta, chiedono “se veramente il luogo è patrimonio UNESCO” vedendo il degrado.

Repubblica Futura propone poi uno studio-programma per “collegare idealmente e verticalmente i livelli della città”, intervenendo su nodi come Colombaia, Cinema Turismo, viale Onofri ed ex garage Masi, con l’obiettivo di liberare aree oggi occupate dai parcheggi P6 e P7 e restituirle a funzioni urbane e turistiche. Matteo Casali (Rf) descrive l’avvio dal “collegamento” oggi affidato a “una scala poco decorosa”, e punta a un disegno più ampio: viale Onofri da riadeguare perché “due macchine non riescono a passare”, rifunzionalizzazione del Masi e “svuotare il parcheggio 6 e il parcheggio 7” per farne “due fiori all’occhiello”.Da D-ML Gaetano Troina parla di proposta “perfettamente in linea” con idee già avanzate su piazzale Giangi e con un ascensore utile per “persone con disabilità e anziani”. Renzi (Rf) chiede di uscire dai “libri dei sogni”: questo progetto “può davvero cambiare il volto e la fruibilità del nostro centro storico”, trasformando ex cave e piazzali in luoghi non solo per auto ma per “sale di accoglienza” o spazi eventi. Accende il dibattito l’intervento di Iro Belluzzi (Libera): “È inutile fare propaganda – attacca – è giusto cambiare idea e capire gli errori, ed è meritevole, ma se fosse stato fatto 10 o 12 anni fa, San Marino sarebbe in alcuni punti diversa. Il riferimento è al fatto che l’idea riprende un progetto passato “bocciato da Alleanza Popolare anni e anni fa. Carattoni mette in guardia dall’ipotesi di trasformare l’ex garage Masi in sala da gioco: “ampliare il gioco d’azzardo nel centro storico non è una soluzione ragionevole”. Rete appoggia l’impostazione e attacca le priorità della maggioranza: Santi definisce “non accettabile” puntare su “il trenino” con “300-400 metri” e “500.000 euro” mentre manca un “progetto complessivo”. Zeppa rincara con toni duri, contestando la spesa come “buttare i soldi nel cesso”. Righi (D-ML) sostiene RF e ironizza: una proposta così “poco instagrammabile” fatica a passare.

L’emendamento successivo di Rf propone una nuova destinazione per l’area dell’ex Cinema Turismo e Villa Malagola, simbolo – per l’opposizione – di cantieri incerti, degrado e costi lievitati. Nicola Renzi (Rf) apre con la “storia triste” di un cantiere annunciato come concluso in campagna elettorale: “nessuno sa pubblicamente quanto è costato finora” né quanto costerà, e su un’opera da “20-30 milioni” la maggioranza “è libera”, ma RF chiede almeno “uno studio” per valutare usi istituzionali così da restituire al Palazzo Pubblico un ruolo di monumento e museo principale della Repubblica. Carattoni (Rf) sottolinea l’assenza di un’idea chiara: il Cinema Turismo è “una delle strutture più belle e funzionali”, ma resta da capire “qual è l’idea della maggioranza”. Casali alza ulteriormente i toni: tra reinaugurazioni e stop, “l’unica cosa che si muove sono le bullonature nel cartello”. E ancora: “La frana è venuta giù perché il progetto che c’era nel 2020 e i denari a residuo sono stati fermati per dispetto politico per fare la damnatio memoriae di Augusto Michelotti. Nel mirino in particolare l’ex Segretario al Territorio: “Avete messo su cartelli abusivi con progetti non concessionati e la pubblicità dell’amico di Stefano Canti, Ecogeo. Rete concorda sul quadro: Santi parla di “bisciaio” e chiede “basta demagogia”, contestando l’escalation dei costi per la riqualificazione dell’area passati “da 2-3 milioni” ai 10 attuali. Farinelli (Rf) insiste sul “brutto biglietto da visita”: Villa Malagola ridotta a “sterpi e cattivo odore”, Cinema Turismo “pieno di muffa”.

Dalla maggioranza arriva una risposta di Vladimiro Selva (Libera): il progetto ereditato era “in stato avanzato”, ma lo sviluppo esecutivo ha evidenziato “costi notevolissimi e inaspettati”, imponendo “una rivalutazione”; la destinazione, dice, dovrebbe restare “un auditorium o uno spazio polivalente”. Sulla scala Malagola annuncia iter in corso: progetto approvato, esecutivi pronti e “probabilmente la prossima settimana” gara d’appalto. Zeppa (Rete) aggiunge il nodo proprietario: ricorda la cessione del 2022 ad una banca e chiede “cosa è successo fino ad oggi”. RF chiude chiedendo trasparenza e la rimozione del “cartello della vergogna” . Visto che il progetto – attacca Casali – non era concessionato e sopra c’è il nome di una ditta che pubblicizza se stessa e uno studio professionale, l’AASPL ha il dovere di rimuovere quella pubblicità abusiva”.

L’emendamento successivo di RF si concentra su Borgo Maggiore, con l’obiettivo di togliere auto e asfalto da aree simboliche come Piazza Grande e Piazzale Campo della Fiera e rilanciare socialità, mercato e attrattività UNESCO. Enrico Carattoni (Rf) denuncia la contraddizione: Piazza Grande è “purtroppo adibita a un parcheggio” pur essendo dentro il perimetro del patrimonio, con attività economiche in sofferenza e un mercato “sempre meno partecipato”. La proposta è recuperare progetti e concorsi già esistenti e ripensare l’area come hub di accesso: arrivo dei flussi, sosta, risalita via funivia e percorsi pedonali. Domani-MotusLiberi, con Mirko Dolcini, appoggia l’ispirazione ma prevede l’esito: “Non mi aspetto l’approvazione”, però sarebbe “utile”. Dolcini porta anche un argomento identitario: dal vecchio pavé si è passati a “un conglomerato bituminoso, un pugno nell’occhio”, segno che “si va sempre al ribasso”. Aggiunge una lettura sulle opere “a pezzi”: non è contrario a interventi parziali “purché si incastri” in un disegno più ampio.

La maggioranza replica con Barbara Bollini (Pdcs), che da ex Capitano di Castello di Borgo e membro di Giunta elenca cantieri e progetti: portici già ristrutturati, collegamento Baldasserona–parcheggio funivia in arrivo “a breve”, e per la piazza un progetto frenato finora dal rifacimento fognario; l’idea sarebbe procedere “a comparti” per “liberare dalle macchine” e favorire socializzazione. Cita come opere svolte l’ascensore tra Campo della Fiera e via Oddone Scarito, e i nuovi parcheggi realizzati dopo la rimozione dell’area distributore.

RF ribatte che manca coerenza: Menicucci domanda perché puntare sull’ascensore se si aveva in mente un multipiano, e ricorda che “non possiamo avere una piazza adibita a parcheggio”. Conti amplia il discorso: troppe aree pregiate diventano parcheggi, come P6 e P7, mentre servirebbe “uno studio di fattibilità” per “togliere le macchine” e creare spazi culturali e turistici. Casali evidenzia come la possibilità di realizzare un piccolo multipiano, o un parcheggio con uno o due piani interrati, nell’area di Campo della Fiera, insieme all’allargamento della via superiore antistante ai portici, può risolvere diverse problematiche. per ricostruire un vero nodo di interscambio.

Sempre in tema di infrastrutture pubbliche, RF ripropone l’idea di un polo scolastico/campus a Fonte dell’Ovo che accorpi medie e superiori, con servizi mensa, attività pomeridiane, spazi comuni e collegamento alle strutture sportive. Sara Conti (Rf) rivendica la continuità: “Non abbiamo mai voluto abbandonare l’idea”, già evocata nel PRG Boeri. La visione è organizzativa e sociale: concentrare i servizi ridurrebbe “sprechi legati agli spostamenti” e potrebbe consentire “rientri” con refezione e attività nello stesso luogo. Nicola Renzi (Rf) prova a sciogliere le resistenze: capisce chi vuole le superiori in centro storico “per darle vita”, ma propone una valutazione costi-benefici e immagina di inserire nel polo anche “Biblioteca di Stato e Archivio di Stato”, liberando Palazzo Valloni. Dolcini (D-ML) riconosce il rischio di penalizzare la vivibilità del centro storico, ma sostiene che mettere i giovani al centro significa creare spazi di “socialità”: un polo vicino allo sport, dice, “non c’è confronto” in termini di qualità della vita e praticità. Matteo Casali imposta l’argomento sul “modello”: scuola di prossimità per le elementari, ma “condivisione, ibridazione e socialità” dalle medie in poi; chiede di riavviare “uno studio sulla fattibilità” per ambienti didattici moderni e logistica più razionale. Michela Pelliccioni (indipendente) collega il tema alla denatalità e ai costi di gestione di edifici che rischiano di svuotarsi; ricorda problemi concreti come la media di Serravalle senza palestre adiacenti, con trasferte fino al Multieventi. Rete si dice favorevole: Se questo andasse in porto – dice Emanuele Santi – si libererebbero le superiori dal centro storico, e magari tutto il centro storico potrebbe essere adibito e ampliato per l’università, creando un unico polo universitario collegato. CarlottaAndruccioli (D-ML) concorda sulla necessità di uno studio “tecnico, economico e infrastrutturale”, includendo trasporti e parcheggi. Carattoni legge il tutto come sintomo dell’“assenza di programmazione del territorio” e chiede una visione flessibile.

In chiusura spazio alla proposta di Rete di modificare la legge 178/2015, nata per sostenere giovani imprenditori e nuove attività nei centri storici, ampliando i beneficiari anche ai lavoratori autonomi. Emanuele Santi spiega che, così com’è, la norma rischia di escludere professioni oggi tipiche dei giovani e del lavoro digitale: “grafico, social media manager, web designer, copywriter e fotografo”. L’obiettivo politico è trattenere competenze: c’è “una fuga rilevante di ragazzi” che, finiti gli studi, vanno fuori Repubblica; includere attività ad “alto valore aggiunto” sarebbe “un bene” per creare opportunità di lavoro in territorio e rivitalizzare i centri storici non solo con negozi tradizionali. Dalla maggioranza Gemma Cesarini (Libera) spiega che maggioranza e Segreteria Industria stanno lavorando ad un progetto di legge ad hoc “nei primi mesi dell’anno” per “regolamentare e ampliare” l’imprenditoria giovanile e includere proprio i lavoratori autonomi. La richiesta è quindi di rimandare la proposta ad un contenitore normativo specifico.

Di seguito una sintesi dei lavori

20251217 – Consiglio Grande e Generale – Report mercoledi? 17 dicembre 2025 pomeriggio