La Procura della Repubblica di Ravenna ha formalizzato la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di un’infermiera di 26 anni, accusata di omicidio colposo aggravato dall’esercizio della professione sanitaria. Al centro della vicenda giudiziaria vi è il decesso di una donna di 90 anni, avvenuto all’interno di una clinica locale, causato dalla presunta somministrazione errata di un farmaco oppioide.
La ricostruzione dei fatti riporta al gennaio del 2023. L’anziana paziente era stata ricoverata nella struttura il giorno 3 dello stesso mese. Secondo l’ipotesi accusatoria, basata sulle indagini svolte, alla donna sarebbe stato applicato un cerotto transdermico a base di Fentanyl in luogo del medicinale che le era stato regolarmente prescritto per trattare una delle sue patologie croniche. Le condizioni della 90enne sono precipitate rapidamente: il 5 gennaio si è reso necessario l’intervento dei sanitari del 118 a causa di un grave peggioramento del quadro clinico, che ha portato al decesso della donna nella notte successiva per una crisi respiratoria fatale. Gli esami autoptici avrebbero successivamente confermato che il dosaggio di Fentanyl assorbito dall’organismo era risultato letale.
Dagli accertamenti condotti dagli inquirenti è emerso un dettaglio inquietante sulla provenienza del farmaco: il cerotto utilizzato per errore sarebbe stato originariamente destinato a un’altra degente della stessa clinica, deceduta però due giorni prima dell’ingresso in reparto della 90enne.
Il procedimento penale ha registrato un passaggio importante nella mattinata di ieri, mercoledì 17 dicembre, durante l’udienza preliminare davanti al Giudice per l’udienza preliminare, Andrea Galanti. In questa sede, la difesa dell’imputata, rappresentata dall’avvocato Marco Capucci, ha richiesto la citazione in giudizio della compagnia assicurativa della struttura sanitaria. Parallelamente, l’avvocato Carlo Benini, che tutela gli interessi dei familiari della vittima, ha chiamato in causa il responsabile civile della clinica ravennate.
