La provincia di Pesaro e Urbino era uno dei terminali principali di un vasto traffico internazionale di stupefacenti che, dal Sud America, inondava le piazze italiane. A distanza di anni dalle condanne penali, si chiude il cerchio anche sul fronte patrimoniale con un’importante operazione di cooperazione giudiziaria internazionale resa nota ieri. L’attività ha portato alla confisca definitiva e alla vendita di un immobile di pregio situato a Sofia, in Bulgaria, per un valore superiore ai 256mila euro.
Il provvedimento colpisce i beni riconducibili a un cittadino anconetano, condannato nel 2011, che secondo le ricostruzioni degli inquirenti gestiva l’importazione di ingenti quantitativi di cocaina destinati a rifornire il mercato dello spaccio nelle province di Milano, Ancona e, in modo massiccio, in quella di Pesaro e Urbino. L’indagine patrimoniale è stata coordinata dalla Procura Generale di Perugia, guidata da Sergio Sottani, ed eseguita dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Ancona con il supporto dell’Ufficio del Processo del capoluogo umbro.
Le verifiche fiscali, scattate a partire dal settembre 2015 in concomitanza con l’esecuzione di una pena residua, hanno fatto emergere una netta sproporzione tra i redditi dichiarati dall’uomo e il suo reale tenore di vita. Gli accertamenti hanno svelato un tesoro accumulato grazie ai proventi illeciti: veicoli, risorse finanziarie e proprietà immobiliari intestate anche a familiari e prestanome, sia in Italia che all’estero. Tra questi beni spiccava l’appartamento di oltre 75 metri quadrati nella capitale bulgara.
L’operazione si è conclusa con la vendita all’asta dell’immobile da parte dell’Agenzia Nazionale delle Entrate bulgara per una cifra superiore ai 500mila lev (oltre 256mila euro). In virtù degli accordi di cooperazione vigenti tra i due Paesi, il 50% della somma ricavata sarà trasferito nelle casse dello Stato italiano, sottraendo così in via definitiva le ricchezze accumulate illegalmente sulla pelle delle comunità locali, inclusa quella pesarese.












