San Marino. Consiglio Grande e Generale, via libera alla legge di Bilancio 2026 – Venerdì 19 dicembre 2025 mattina. Report by Askanews

Arriva in mattinata il via libera alla legge di Bilancio 2026. Prima del voto finale, l’Aula ha approvato  un ordine del giorno, firmato da tutte le forze politiche, dedicato alla “valorizzazione di aree  strategiche, l’accessibilità veicolare e pedonale del centro storico e sul collegamento pedonale dei  diversi livelli urbani della Città di San Marino”.

Matteo Casali (Repubblica Futura) ha rivendicato il  lavoro costruito “nell’ombra” dai gruppi: “Voglio ringraziare sentitamente tutti i gruppi di lavoro che  hanno operato nell’ombra per confezionare oltre sessanta emendamenti; noi siamo in front office, ma  molte persone dedicano il proprio tempo libero a queste proposte”. Al centro, la richiesta di uno studio  di fattibilità: “Chiediamo uno studio di fattibilità che produrrà dei risultati, positivi o negativi che  siano, per intraprendere un percorso. La pianificazione territoriale è un’attività proiettata in un tempo  non breve, ma medio o lungo”.

Dalla maggioranza, Filippo Tamagnini (PDCS) ha come l’intento sia  di collegare i vari piani urbani presenti a San Marino Città e “collegarli per facilitare la salita  pedonale, ottimizzando i parcheggi nei livelli inferiori”. E ha fissato un orizzonte operativo: “Sebbene  nove mesi siano un tempo ristretto, lo riteniamo adeguato per avere una prima risposta dal consiglio”.  

Mirko Dolcini (D-ML) ha definito l’atto “proiettato nel tempo” ma urgente nello start: “Lo studio di  fattibilità deve essere rapido per dare concretezza a questa volontà condivisa”, arrivando ad auspicare  “un collegamento ancora più veloce tra il centro città e Borgo Maggiore”. L’ordine del giorno è stato  approvato all’unanimità con 44 voti favorevoli. 

Il clima si è però fatto più duro nelle dichiarazioni di voto sul bilancio. Nicola Renzi (Rf) ha parlato di  “un bilancio che definisco non positivo”. Per RF, la manovra è “scarna” e priva di due obiettivi: “una  seria spending review e un piano per lo sviluppo”, riducendosi a “un elenco di numeri”. Renzi ha  attaccato i “tagli lineari raffazzonati”, la sottostima sul bilancio ISS, l’assenza di risposte su “calo e  invecchiamento demografico”, e ha denunciato un governo “arrivato alla fase del tirare a campare”. 

Sulla stessa linea Fabio Righi (D-ML), che ha contestato “il metodo di arrabattare soluzioni all’ultimo  secondo” e una finanziaria che, a suo dire, “si limita alla gestione dell’ordinario con tagli lineari e  blocco degli investimenti”. Il bilancio, per Righi, “mette le mani in tasca ai cittadini aumentando le  tasse” e rivela “totale incapacità di risolvere un problema sistemico”.  

Emanuele Santi (Rete) ha definito il documento “molto negativo” perché “continua a chiudere con  deficit strutturali”, puntando il dito sul debito e sugli interessi: “Una spesa per interessi che  raggiungerà i 57 milioni nel 2026”, oltre all’aumento dei dipendenti pubblici “di 369 unità in tre anni”.  Rete ha rivendicato “piccoli segnali” ottenuti con gli emendamenti concordati: “La rivalutazione degli  assegni familiari in base all’inflazione”, “cinquantamila euro per le borse di studio”, fondi per  l’accesso del tribunale a banche dati internazionali e l’impegno per la legge contro le molestie sessuali. 

Dalla maggioranza, Massimo Andrea Ugolini (PDCS) ha sostenuto che il bilancio “riesce a trovare un  equilibrio” senza misure “straordinarie o patrimoniali”, portando “il deficit iniziale di 36 milioni” a  “una stima prudenziale di 13 milioni”, con l’auspicio di “arrivare al pareggio o all’avanzo”. Ugolini  ha citato anche l’upgrade delle agenzie di rating e ha elencato interventi su infrastrutture, sanità e  turismo.

Giovanna Cecchetti (indipendente) ha rivendicato “massimo senso dello Stato e  responsabilità” in una “situazione finanziaria estremamente complessa”, sottolineando di aver  preservato “le risorse destinate al welfare”, mentre Paolo Crescentini (PSD) ha parlato di “documento  tecnico e ordinato” e di deficit “sensibilmente diminuito”.

Michele Muratori (Libera) ha rilanciato una lettura ancora più ottimista: “ridurre il progetto di bilancio a circa 3 milioni di deficit” grazie a “un  intervento massiccio di riparametrazione”.

Gian Nicola Berti (AR), pur annunciando voto favorevole,  ha denunciato un “grave attentato alla libertà democratica” e un “ricatto” delle forze di opposizione che “dura ormai dal 2008”. Il bilancio è stato infine approvato con 36 voti favorevoli e 14 contrari. 

Chiusa la partita contabile, l’Aula è passata alle ratifiche dei Decreti. È stato ratificato con 28 voti  favorevoli il Decreto Delegato 17 ottobre 2025 n.126.

Il Segretario di Stato Andrea Belluzzi ha spiegato  il trasferimento delle funzioni dei corsi di seconda formazione dal CFP all’ULPA per “rafforzare le  politiche attive per il lavoro” e programmare corsi “più mirati e coerenti con le dinamiche  occupazionali”. È seguito il Decreto Delegato 17 ottobre 2025 n.127 sulla revisione delle unità  organizzative della Funzione Pubblica, ratificato con 26 favorevoli e 10 contrari: Belluzzi ha collegato  il passaggio anche al percorso UE e all’idea di “sviluppare un ufficio nazionale di statistica”. 

Molto più acceso lo scontro sul Decreto Delegato 3 dicembre 2025 n.148 sulla digitalizzazione degli  atti giudiziari.

Il Segretario Stefano Canti ha spiegato l’estensione dell’obbligo di deposito telematico  su piattaforma e l’obiettivo di “sburocratizzazione”, ma l’opposizione ha contestato deleghe, metodo  ed effetti: Enrico Carattoni (Rf) ha parlato di “norme Frankenstein” e Antonella Mularoni (Rf) di  rischio “caos totale”. La tensione è salita sull’emendamento governativo che interveniva anche sul  penale: Carattoni ha denunciato: “Una persona potrebbe finire in carcere subito dopo il secondo  grado” prima che possa ricorrere in terza istanza, una scelta definita “inaccettabile”.

Santi (Rete) e il  resto dell’opposizione hanno chiesto di sospendere i lavori, e dopo un Ufficio di Presidenza la  discussione del comma è stata effettivamente sospesa e rimandata alle prossime convocazioni. 

Il Consiglio ha poi ratificato con 43 voti favorevoli il Protocollo di modifica dell’Accordo con l’Unione  Europea sullo scambio automatico di informazioni finanziarie: il Segretario Luca Beccari lo ha definito  un adeguamento “prettamente tecnico” che aggiorna anche “criptovalute”, “token virtuali” e il  “crypto asset reporting framework”, con entrata in vigore dopo la ratifica sammarinese nel 2026. La  seduta si è chiusa qui, con l’annullamento delle convocazioni per la settimana successiva. 

Di seguito una sintesi dei lavori 

20251219 – Consiglio Grande e Generale – Report venerdi? 19 dicembre 2025 mattina