Mentre il dibattito cittadino si accende su grandi eventi, nuovi palazzetti e la presenza dei lupi nell’entroterra, c’è una parte di Rimini che chiede semplicemente di poter camminare senza affondare. È un vero e proprio “grido di dolore” quello lanciato oggi, lunedì 22 dicembre 2025, dal Comitato Quartiere Padulli – Covignano, che in una nota durissima denuncia lo stato di abbandono in cui versano intere zone dell’area residenziale, alle prese con urbanizzazioni incompiute e degrado quotidiano.
Secondo quanto riportato nel comunicato stampa diffuso dal gruppo di cittadini, la realtà del quartiere è fatta di “fango, buche e topi”. L’elenco delle criticità tracciato dai residenti restituisce un quadro a tinte fosche: si parla di persone con disabilità che, durante le piogge, devono essere sollevate di peso per poter attraversare la strada e raggiungere le proprie abitazioni, di anziani a rischio caduta e di intere famiglie che restano bloccate in casa o con le auto impantanate in vere e proprie voragini piene d’acqua. A questo si aggiunge un problema igienico-sanitario, con condomini costretti a convivere con infestazioni di ratti.
“Non abbiamo paura dei lupi. Abbiamo paura delle buche e del fango”, si legge nella nota, che punta il dito contro un’amministrazione giudicata assente. Il Comitato lamenta la mancanza di sopralluoghi pubblici e di tavoli tecnici, sottolineando come le uniche risposte ricevute negli anni siano state “soluzioni tampone” o repliche via social network. “Quando la politica non risponde, non ignora un comitato: ignora cittadini esasperati che si rivolgono al Comitato”, dichiara il presidente Andrea Turci. “L’ascolto non è un favore, è un dovere”.
La protesta tocca anche una ferita aperta per il territorio: il fallimento delle cooperative edili. Il Comitato ha voluto esprimere piena solidarietà alle famiglie che “hanno perso tutto” a causa dei crack finanziari, ritrovandosi in affitto dopo anni di sacrifici, in un contesto urbano che resta incompleto e insicuro.
I residenti annunciano che non si fermeranno: continueranno a raccogliere segnalazioni e a documentare con foto e video ogni disagio, pretendendo un confronto vero e non virtuale. “Padulli è Rimini”, conclude la nota, ribadendo che il diritto a strade sicure e servizi funzionanti non può fermarsi al confine del centro storico.













