Un dicembre a due facce: da una parte gli indici Istat che segnano un lieve disgelo nella fiducia di famiglie e imprese, dall’altra le vetrine dei negozi di vicinato che attendono ancora l’assalto decisivo. È la fotografia scattata oggi, lunedì 22 dicembre 2025, da Confesercenti Rimini, che analizza i dati economici alla vigilia del gran finale natalizio: i portafogli si stanno aprendo, ma la partita si deciderà solo sul filo di lana.
Secondo quanto riportato in un comunicato diffuso dall’associazione di categoria, il “rasserenamento di Natale” certificato dall’Istituto di statistica è reale ma timido. L’indice di fiducia dei consumatori sale a quota 96,6, trascinando con sé anche quello delle imprese (96,5). Tuttavia, questa iniezione di ottimismo non si è ancora tradotta in frenesia d’acquisto, specialmente per le botteghe storiche e i piccoli esercizi. “Registriamo segnali incoraggianti sul fronte della fiducia, ma nei negozi il clima resta prudente: le famiglie stanno aspettando questi ultimi giorni prima della Vigilia per completare gli acquisti”, spiega Fabrizio Vagnini, presidente provinciale di Confesercenti.
Il quadro economico locale mostra velocità diverse. Se il turismo accelera sensibilmente con l’avvicinarsi delle festività (l’indice del settore balza a 118,3), il commercio al dettaglio rimane stabile, con la distribuzione tradizionale che segna addirittura un lieve calo nelle aspettative. Il motivo di questo ritardo è strutturale: tra le promozioni aggressive di novembre che hanno anticipato parte della spesa e l’attesa della tredicesima a metà mese, il calendario dello shopping si è compresso verso la fine dell’anno. “È un segnale chiaro: per molti esercizi commerciali di prossimità l’euforia natalizia non è ancora partita”, osserva Vagnini.
Tutto si gioca, dunque, in queste ore. I dati dell’indagine Confesercenti-Ipsos confermano che il negozio fisico resta centrale per gli ultimi ritardatari: il 62% di chi deve ancora completare i regali prevede di acquistare “offline”. Rispetto al periodo del Black Friday, si stima un ritorno di oltre 6 milioni di acquirenti nei punti vendita tradizionali.
Guardando oltre le feste, l’associazione avverte che l’impulso natalizio non basterà da solo a sostenere il sistema nel 2026. “Il segnale positivo che arriva dai dati sulla fiducia va consolidato e trasformato in domanda stabile”, conclude Vagnini. La ricetta proposta passa per un intervento strutturale sui redditi: “È fondamentale accelerare il recupero del potere d’acquisto e proseguire con decisione nell’alleggerimento fiscale, in particolare sul lavoro, per liberare risorse da destinare a consumi e investimenti”.













