Caso ”Bilancio farlocco” Carisp -534 milioni. Il Tribunale di Firenze conferma i sequestri ma sblocca le somme impignorabili

La vicenda del bilancio Carisp 2016 da –534 milioni di euro affonda le radici in una serie di scelte contabili, gestionali e istituzionali che tra il 2016 e il 2017 hanno cambiato radicalmente il destino della principale banca sammarinese. Oggi quel percorso, sfociato in un processo penale ancora in corso e in misure conservative eseguite anche all’estero, registra un nuovo passaggio: due ordinanze del Tribunale di Firenze che chiariscono cosa può essere contestato, e cosa no, quando un sequestro nasce da rogatoria internazionale.

In parallelo alla fase sammarinese del processo, sono arrivate due ordinanze dal Tribunale di Firenze (Registro Rogatorie n. 34/2025), datate 22 dicembre 2025 e firmate dalla giudice Agnese Di Girolamo, che offrono un possibile sviluppo importante sul fronte delle misure conservative derivanti da rogatorie internazionali collegate alle vicende finanziarie oggetto di indagine.

La prima ordinanza riguarda l’opposizione proposta da Ugo Granata contro il sequestro conservativo disposto con decreto del 12 novembre 2025: la giudice dichiara inammissibile l’opposizione, ritenendo che questioni come competenza territoriale o presupposti per l’adozione della misura cautelare non possano essere valutate nell’ambito di un incidente di esecuzione, ma debbano essere contestate in altre forme procedurali (come la richiesta di riesame già valutata all’exequatur). L’ordinanza ribadisce la distinzione netta tra titolo esecutivo/rogatoria e modalità di esecuzione su cui può intervenire l’incidente.

La seconda ordinanza, relativa all’opposizione di Roberto Moretti (assunta anche da parte della moglie), conferma l’inammissibilità delle stesse censure di principio, ma accoglie invece profili relativi alla mancata osservanza dei limiti di pignorabilità previsti dall’art. 545 c.p.c., disponendo lo svincolo delle somme impignorabili nei limiti di legge (ad esempio quelle derivanti da pensioni e accrediti antecedenti la notifica del pignoramento). Il giudice rigetta altresì l’opposizione della moglie per quanto riguarda un conto cointestato, salvo specifica dimostrazione di titolarità e quote maggiori rispetto alla contestazione.

Queste due pronunce fiorentine delineano una prassi rigida: non si rimettono in discussione i titoli di provenienza (rogatorie/sequestri), ma si può intervenire sulla legalità dell’esecuzione concreta del vincolo patrimoniale quando gli strumenti utilizzati non rispettano le garanzie di legge.

Che cosa cambia

L’inserimento di questi sviluppi nel quadro più ampio del processo sul bilancio Carisp -534 milioni porta a una considerazione importante: l’azione giudiziaria si sta sviluppando su due fronti interconnessi.

Da una parte il dibattimento a San Marino procede con testimonianze, eccezioni processuali, perizie e contraddittori tecnici che devono stabilire se il bilancio sia stato effettivamente costruito con criteri viziati e se ciò abbia prodotto un danno alla banca e allo Stato. Dall’altra le misure conservatorie scaturite da rogatorie (sospensioni, pignoramenti) sono sottoposte a verifiche tecniche puntuali in sede esecutiva in Italia, con possibilità reali di sbocchi operativi per i soggetti coinvolti (ad esempio lo svincolo di somme legalmente impignorabili).

In entrambi i casi, emerge un elemento chiave: la giustizia internazionale e quella sammarinese stanno affrontando una complessa rete di questioni economiche, contabili e giuridiche che ruotano attorno a un unico fulcro — la gigantesca perdita di bilancio di 534 milioni — e alle sue conseguenze sugli assetti patrimoniali, sull’operatività bancaria e sulle responsabilità dei dirigenti che hanno guidato Carisp in quel periodo.

Alla vigilia di un nuovo, decisivo passaggio peritale e procedurale, la vicenda resta al centro dell’attenzione, con sviluppi che potrebbero avere ripercussioni non solo sui singoli imputati, ma sull’interpretazione stessa di governance bancaria e trasparenza contabile nel sistema finanziario sammarinese.