Cronaca. Cervia, tragedia in spiaggia a Pinarella: Consar verso la citazione come responsabile civile nel processo

Nuovi sviluppi nell’iter giudiziario relativo alla morte di Elisa Spadavecchia, la turista sessantaseienne di Vicenza che ha perso la vita il 24 maggio scorso sul litorale di Pinarella di Cervia, investita da un mezzo meccanico. Nel corso dell’udienza preliminare svoltasi nelle scorse ore, è emersa una novità procedurale rilevante che potrebbe allargare il quadro delle responsabilità risarcitorie.

immagine tratta dal servizio tv di Teleromagna – da Archivio

Davanti al giudice è comparso Lerry Gnoli, cinquantaquattrenne originario di Montaletto, collegato in videoconferenza dalla struttura carceraria dove è attualmente recluso su disposizione della Procura. I capi d’imputazione a suo carico sono pesanti: omicidio colposo aggravato non solo dal mancato rispetto delle norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche dallo stato di alterazione psicofisica dovuto all’assunzione di cocaina. Tale condizione è stata documentata sia dagli esami tossicologici eseguiti sulla persona, sia dalle tracce della sostanza isolate all’interno della ruspa.

Il procedimento, che segue la via del giudizio immediato, sembra orientarsi verso la richiesta di un rito abbreviato condizionato. Il giudice ha disposto un rinvio al mese di gennaio per consentire alla difesa di valutare le prossime mosse. Nel frattempo, si fa sempre più concreta l’ipotesi di citare in giudizio il Consar in qualità di responsabile civile. Il legame nasce dal fatto che il consorzio aveva la titolarità delle autorizzazioni per i lavori di ripascimento sull’arenile; inoltre, la ditta individuale intestata al figlio dell’imputato, per la quale Gnoli operava come dipendente quel giorno, risulta consociata proprio al Consar.

Il calendario giudiziario di gennaio prevede anche un passaggio cruciale in Corte di Cassazione, chiamata a esprimersi sull’istanza di scarcerazione presentata dalla difesa. Tale richiesta era stata precedentemente respinta dai giudici di merito, che avevano ravvisato il concreto pericolo di reiterazione del reato e il rischio di inquinamento delle prove.

La vicenda giudiziaria non si esaurisce con la posizione di Gnoli. Restano infatti aperti ulteriori filoni d’inchiesta che mirano a chiarire le eventuali responsabilità del figlio dell’imputato e a verificare la piena regolarità delle autorizzazioni concesse per l’intervento in spiaggia che ha portato al drammatico evento.