A poche ore dal Natale, i riflettori della cronaca nera tornano a illuminare il giallo di Garlasco con le dichiarazioni di Andrea Sempio, il trentasettenne attualmente indagato in concorso per la morte di Chiara Poggi. Ospite ieri sera della trasmissione “10 Minuti” su Rete 4, l’uomo ha affrontato un faccia a faccia con il conduttore Alessandro Sallusti, ribadendo la propria estraneità ai fatti e condividendo le sue inquietudini riguardo al sistema giudiziario, con un inevitabile riferimento alla figura di Alberto Stasi.
Durante il colloquio televisivo, Sempio ha negato con fermezza di aver ucciso la ragazza, spostando poi l’attenzione sulla complessa vicenda giudiziaria che ha portato alla condanna dell’ex fidanzato della vittima. L’indagato ha spiegato che l’ipotesi dell’innocenza di Stasi lo induce a una profonda riflessione personale: il timore concreto è quello di potersi ritrovare nella medesima condizione detentiva pur essendo innocente. Una prospettiva che, ha ammesso, rappresenta una minaccia costante sulla sua vita attuale.
L’intervista ha toccato anche i rapporti personali con la famiglia della vittima. Sempio ha confermato che il legame di amicizia con Marco Poggi, fratello di Chiara, non si è spezzato, sebbene le frequentazioni siano diminuite per ovvie ragioni di opportunità data la delicata fase investigativa. Diversa la situazione con i genitori di Chiara, con i quali non vi sarebbe alcuna interlocuzione, nonostante la vicinanza geografica porti le rispettive famiglie a incrociarsi nella quotidianità.
Uno dei punti cardine della difesa mediatica di Sempio ha riguardato i chiarimenti su alcuni elementi emersi dalle indagini, in particolare un appunto scritto in cui menzionava di aver compiuto “cose inimmaginabili”. L’uomo ha precisato che quella frase, annotata in un momento di sfogo personale, non costituiva affatto una confessione del delitto, bensì il resoconto di una giornata particolarmente caotica e confusa. La scrittura, ha aggiunto, rappresenta per lui una valvola di sfogo psicologico dove riversare emozioni negative, e non un registro fattuale di crimini.
Spazio anche alla smentita riguardo alle intercettazioni telefoniche circolate sulla stampa, in cui si faceva riferimento a teorie sui “maschi alfa” e al rapporto con le donne. Sempio ha sostenuto che le sue parole siano state travisate: il suo intento, ha chiarito, era criticare tali teorie etologiche applicate agli esseri umani, definendole prive di fondamento, e non certo avvalorare atteggiamenti predatori o misogini.
Sul fronte privato, l’indagato ha descritto la forte pressione mediatica che grava sui suoi genitori e sui parenti, costretti a convivere con la presenza costante dei giornalisti e con attacchi provenienti dal web. Ha smentito le ricostruzioni che parlavano di “summit segreti” familiari, riconducendo tutto alla normale coesione del suo nucleo affettivo. Pur dichiarandosi non credente ma dotato di una propria spiritualità, Sempio ha concluso affermando di non vivere nel terrore, ma con la consapevolezza che la verità dei fatti, a suo dire, stia lentamente trovando riscontro nelle evidenze oggettive.













