Montefiore Conca, la Natività: il borgo medievale torna indietro nel tempo col presepe vivente

La Valconca ritrova la sua anima più antica e suggestiva, trasformando uno dei borghi più belli d’Italia in un teatro a cielo aperto. Ha debuttato ieri, venerdì 26 dicembre, la trentaduesima edizione del Presepe Vivente di Montefiore Conca, appuntamento ormai storico che richiama visitatori da tutta la Romagna. La manifestazione, capace di unire spiritualità e rievocazione storica, tornerà ad animare le vie del paese domani, domenica 28 dicembre, e nel pomeriggio del primo gennaio 2026, sempre nella fascia oraria dalle 17 alle 20.

Non si tratta di una semplice rappresentazione scenica, ma di un vero rito collettivo che vede la partecipazione attiva della cittadinanza. Sono infatti quasi duecento i figuranti che hanno scelto di indossare abiti d’epoca per riportare in vita la quotidianità della Betlemme dei Vangeli. Lungo il percorso, che si snoda tra i vicoli e le piazze all’ombra della rocca malatestiana, i visitatori possono osservare la rinascita di antichi mestieri: dal battere del ferro nelle botteghe dei fabbri al lavoro certosino dei tessitori e dei falegnami, il tutto accompagnato dalle melodie tradizionali delle zampogne e da momenti di teatralità diffusa.

Particolare attenzione è stata riservata all’immersività dell’esperienza. Per acquistare piatti tipici, dolci della tradizione o piccoli oggetti artigianali all’interno del circuito, non si usa l’euro ma il “denaro”, la moneta dell’epoca. Appositi punti di cambio sono dislocati lungo il tragitto, permettendo al pubblico di entrare completamente nella finzione storica e di interagire con i figuranti secondo le usanze del tempo.

“Il Presepe Vivente di Montefiore Conca non è solo una rappresentazione: è una comunità che si mette in cammino”, sottolineano i promotori dell’iniziativa nel presentare l’evento. “È un viaggio incantato nel tempo capace di unire tradizione, spiritualità e il calore di una comunità che da oltre trent’anni custodisce e rinnova questo rito”.

L’evento si conferma dunque un pilastro dell’offerta culturale invernale del territorio, offrendo un’occasione unica per riscoprire le radici identitarie della vallata attraverso la narrazione della Natività, in un equilibrio riuscito tra fede, storia e folclore.