Il resort di Mar-a-Lago in Florida è stato teatro, nelle scorse ore, di un cruciale incontro diplomatico tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Il vertice, avvenuto a sole ventiquattr’ore dal colloquio con il leader ucraino Zelensky, si inserisce in un contesto geopolitico estremamente delicato e ha delineato le future strategie americane per il Medio Oriente, caratterizzate da avvertimenti perentori rivolti a Teheran e alle fazioni palestinesi.
Durante il faccia a faccia, il quinto dal ritorno del tycoon alla Casa Bianca, Trump ha espresso una posizione intransigente nei confronti dell’Iran. Il presidente ha minacciato esplicitamente un nuovo intervento militare qualora la Repubblica Islamica tentasse di riattivare il proprio programma nucleare o di ricostruire l’arsenale balistico. L’inquilino della Casa Bianca ha sottolineato che qualsiasi tentativo di riarmo da parte di Teheran verrebbe contrastato con la massima durezza, fino alla completa distruzione delle capacità belliche iraniane.
Ampio spazio è stato dedicato alla situazione nella Striscia di Gaza. Trump ha manifestato l’urgenza di avviare la fase di ricostruzione dell’enclave, ponendo però una condizione non negoziabile: il disarmo immediato di Hamas. Il presidente americano ha lanciato un ultimatum al gruppo fondamentalista, avvertendo che se non verranno deposte le armi in tempi brevi, il prezzo da pagare sarà altissimo. Una richiesta che si scontra frontalmente con le dichiarazioni giunte quasi in contemporanea dal portavoce dell’ala militare delle Brigate Ezzedine al-Qassam, il quale ha ribadito la volontà di non arrendersi e di proseguire la lotta armata fino al termine dell’occupazione.
Sul piano dei rapporti bilaterali, Trump e Netanyahu hanno discusso anche della complessa gestione della Cisgiordania. Pur ammettendo che su questo dossier non vi è ancora un accordo totale tra Washington e Tel Aviv, il presidente Usa si è detto fiducioso sul raggiungimento di una soluzione condivisa. Trump ha inoltre elogiato pubblicamente Netanyahu, definendolo un eroe di guerra e riconoscendo a Israele il rispetto del piano di pace per Gaza, arrivando a ipotizzare esiti positivi per le vicende giudiziarie che interessano il premier in patria.
Dal canto suo, Benjamin Netanyahu ha descritto il vertice come estremamente produttivo, evidenziando la straordinaria amicizia che lega i due governi. Il primo ministro israeliano ha rimarcato come, nonostante le occasionali divergenze di vedute, la capacità di lavorare insieme abbia portato a risultati significativi per la stabilità della regione, confermando la solidità dell’asse tra Stati Uniti e Israele in questa fase critica per gli equilibri internazionali.











