Il tema delle sanzioni stradali e della regolarità tecnica dei rilevatori di velocità accende una controversia legale che coinvolge i vertici dell’amministrazione faentina. Il sindaco Massimo Isola risulta indagato per l’ipotesi di reato di falso ideologico, in un fascicolo che include anche tre dipendenti della Polizia Locale dell’Unione della Romagna Faentina. La vicenda nasce dalla contestazione di un automobilista che ha scelto di portare la battaglia contro una multa dal piano amministrativo a quello penale.

L’origine del caso risiede nella denuncia presentata da un cittadino residente nel modenese, sanzionato dopo il passaggio davanti agli autovelox installati sulla circonvallazione di Faenza. L’uomo, contestando la mancata omologazione formale degli apparecchi, ha sporto querela focalizzandosi sulle firme apposte ai documenti ufficiali dal primo cittadino in veste di amministratore. Secondo la tesi dell’accusa privata, se un verbale dichiara omologato uno strumento che tecnicamente possiede solo l’approvazione ministeriale, si configurerebbero gli estremi per il falso. La Procura, esaminati gli atti, ha già formulato una richiesta di archiviazione sia per il sindaco che per i dipendenti dell’Unione, ma l’automobilista ha presentato opposizione, rendendo necessaria la fissazione di un’udienza camerale davanti al giudice per decidere il destino del procedimento.
La questione legale ha avuto ripercussioni anche sull’attività amministrativa. Durante una seduta della giunta dell’Unione tenutasi lo scorso 18 dicembre, l’ente è stato chiamato a deliberare sulla concessione del patrocinio legale per gli indagati. In quella circostanza, come riportato nei verbali, Massimo Isola ha abbandonato l’aula prima del voto per opportunità, lasciando la presidenza al suo vice Luca Della Godenza. I sindaci presenti hanno poi espresso parere favorevole alla copertura delle spese legali.
Dagli uffici comunali non giungono commenti ufficiali sulla vicenda, che tuttavia riporta al centro del dibattito la complessa distinzione giuridica tra omologazione e approvazione dei dispositivi di controllo della velocità. Si tratta di un nodo tecnico su cui i Giudici di Pace stanno sempre più spesso basando l’annullamento delle sanzioni, ma che in questo caso specifico ha valicato il confine del ricorso civile per approdare in un’aula di giustizia penale.











