Cronaca. Bologna, notte di fuoco alla Dozza: rivolta dei detenuti causa dieci feriti tra gli agenti

Momenti di altissima tensione si sono vissuti ieri sera all’interno della casa circondariale della Dozza. Una violenta protesta, esplosa poco prima delle 21:00 nel padiglione giudiziario, ha richiesto un massiccio intervento delle forze dell’ordine e dei soccorsi, concludendosi con un bilancio pesante: dieci agenti della Polizia Penitenziaria sono stati costretti a ricorrere alle cure ospedaliere.

I disordini hanno interessato nello specifico i reparti 2A e 2B, dove circa cinquanta detenuti hanno dato vita a una vera e propria sommossa. Rifiutandosi di fare rientro nelle proprie celle, i rivoltosi hanno incendiato numerosi materassi, saturando l’aria di fumo denso e provocando danni significativi alle strutture interne del penitenziario. Per sedare la rivolta e rimettere in sicurezza l’area è stato necessario mobilitare tutto il personale di Polizia Penitenziaria disponibile, compresi gli agenti accasermati, con il supporto esterno della Polizia di Stato, della Digos e dei Vigili del Fuoco, intervenuti prontamente per domare le fiamme.

Secondo le prime ricostruzioni dell’accaduto, la miccia che ha fatto esplodere la rabbia dei reclusi sarebbe legata a una controversia sanitaria. Tutto sarebbe nato dal diniego opposto dal medico di guardia alla richiesta di immediato ricovero ospedaliero avanzata da un detenuto di nazionalità albanese, il quale sosteneva di aver ingerito uno stuzzicadenti. Il mancato trasferimento ha scatenato la reazione violenta dei compagni di sezione.

Le operazioni per riportare la calma si sono protratte fino a tarda sera. Il bilancio finale riferisce di una decina di poliziotti feriti durante le fasi di contenimento; gli agenti sono stati trasportati per le medicazioni del caso presso gli ospedali di Bentivoglio e il Sant’Orsola. Sull’episodio è arrivata la ferma presa di posizione del sindacato Sappe: i dirigenti Giovanni Battista Durante e Francesco Campobasso hanno sottolineato come la struttura bolognese stia diventando sempre più complessa da gestire, puntando il dito contro l’atteggiamento violento di una parte della popolazione carceraria che rifiuta il rispetto delle regole interne.