Si stringe il cerchio attorno alla morte di Aurora Livoli, la diciannovenne originaria della provincia di Latina trovata senza vita l’altro ieri in un cortile di via Padova, alla periferia nord di Milano. Mentre la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio volontario, le indagini si concentrano sull’identificazione di un giovane che appare nelle riprese delle telecamere di sorveglianza insieme alla vittima, pochi istanti prima del presunto orario del decesso.
Il ritrovamento del cadavere è avvenuto all’alba del 29 dicembre. Il corpo della ragazza presentava segni compatibili con una morte violenta, in particolare ecchimosi sul collo e sul volto che fanno ipotizzare lo strangolamento. Un dettaglio inquietante su cui lavorano gli inquirenti riguarda l’abbigliamento: Aurora è stata rinvenuta parzialmente svestita, priva di biancheria intima e calze, e si sospetta che sia stata rivestita frettolosamente dopo essere morta, forse all’interno di un appartamento, per poi essere abbandonata nel cortile condominiale. Per chiarire le cause esatte e l’orario del decesso, è atteso per la giornata di oggi l’esame autoptico.
La svolta investigativa potrebbe arrivare dai filmati delle telecamere di zona. Le immagini mostrano la diciannovenne camminare apparentemente tranquilla seguita da un uomo. Il soggetto, descritto come un ragazzo magro, più alto della vittima, con capelli ricci e un giubbotto scuro, viene ripreso mentre entra con lei nel cortile, per poi uscirne da solo diverso tempo dopo. L’identificazione di questa persona è considerata imminente e fondamentale per ricostruire gli ultimi istanti di vita della giovane.
L’identificazione ufficiale della vittima è avvenuta nella giornata di ieri. I genitori, residenti a Fondi e Monte San Biagio, si sono recati dai Carabinieri dopo aver riconosciuto la figlia nelle immagini diffuse dagli inquirenti per risalire all’identità del corpo, trovato inizialmente senza documenti. Il padre aveva sporto denuncia di scomparsa lo scorso 10 dicembre, anche se la ragazza aveva lasciato casa da circa due mesi. L’ultimo contatto telefonico con la famiglia risaliva proprio al giorno del ritrovamento, quando Aurora aveva comunicato di stare bene e di non avere intenzione di rientrare.
Gli investigatori stanno analizzando il telefono cellulare della vittima per mappare la rete di contatti milanesi. L’ipotesi è che la tragedia sia maturata in un contesto di disagio e precarietà, forse tra persone che vivono di espedienti o “amici di strada”. Aurora, che in passato aveva frequentato l’istituto Pacinotti e si era iscritta a Chimica senza però frequentare le lezioni, sui social network aveva lasciato tracce di un malessere interiore, descrivendosi con frasi che evocavano un lato oscuro.











