A bordo anche una manager bolognese “Mi fermo qualche giorno a Rio”

HA FATTO check-in alle 18 (ora italiana) all’aeroporto di Rio de Janeiro e da quel momento nessuno ha avuto più sue notizie. Così il suo nome è entrato automaticamente nella lista dei 228 passeggeri scomparsi nella tragedia aerea avvenuta nel cuore della notte che ha visto letteralmente sparire nel nulla, in un qualche punto ancora non meglio identificato tra il Brasile e l’Africa, l’Airbus dell’Air France diretto a Parigi. Claudia Degli Esposti, 56 anni, una laurea in legge e un matrimonio finito alle spalle, stava tornando dalla ‘missione’ in Brasile per l’Ervet, la società controllata dalla Regione Emilia Romagna con sede in via Morgagni che opera come agenzia di sviluppo territoriale, della quale era responsabile del marketing territoriale.

PARTITA il 19 maggio dal Marconi, Claudia Degli Esposti era stata ospite, insieme ad Antonio Franceschini, responsabile di Federmoda Cna, dello Stato del Paraná, nella parte meridionale del Brasile, visitando tra Curitiba, Maringa e Imbuti i distretti tessili della zona e infine le sfilate della ‘Parana business collection’. Il collega della Cna è però atterrato a Roma, giovedì scorso, con Alitalia. Lei invece viaggiava con Air France e sarebbe dovuta atterrare al Marconi ieri pomeriggio. Ma l’ Airbus 330-200 su cui viaggiava è sparito dagli schermi radar a 565 chilometri dalla costa del Brasile.

LE PRIME notizie sulla scomparsa del volo Af 447 sono arrivate a Rio nelle prime ore di ieri. «Mi hanno telefonato praticamente subito — racconta dal Brasile Alessia Benizzi, la funzionaria della Regione che aveva organizzato la trasferta in Paranà —. Pensavano che potessi essere su quel volo, ma non ero io a dover partire. Mi sono subito messa in contatto con i siti temendo potesse essere successo qualcosa a Claudia. Per pochi minuti ho sperato a una tragedia scampata pensando che il volo scomparso fosse partito all’alba e che quindi non fosse il suo. Ma poco dopo ho capito che così non era».

«PER TUTTA la giornata — continua la donna — ho provato ad avere informazioni più certe. Ma qui il caos è stato totale e né l’Unità di crisi dell’ambasciata né l’aeroporto mi hanno saputo o potuto dare notizie certe. Certo, con il passare delle ore quello che all’inizio era stato solo un brutto presentimento si è trasformato in una tragica realtà. Claudia era abituata a viaggiare per lavoro, ma in Brasile non veniva da tantissimi anni. Era felice di aver potuto constatare di persona i passi in avanti fatti dal Paese e aveva deciso di rilassarsi qualche giorno a Rio prima di ripartire per l’Italia. L’ho salutata giovedì: avrebbe viaggiato di notte, come spesso sceglieva di fare nei suoi spostamenti. Ci saremmo dovute risentire al suo rientro…».

LE RICERCHE del relitto sono scattate immediatamente e si sono concentrate in un’area molto estesa attorno all’isola Fernando de Noronha. Al momento della scomparsa, l’Airbus volava a 35mila piedi (11mila metri) d’altezza a una velocità di 840 Kmh, ha reso noto la Forza aerea brasiliana, per la quale al momento di perdere contatto (22,33 ora locale, 3,33 ora italiana) con i radar della costa l’Airbus era in volo come qualsiasi altro aereo sulla stessa rotta e non dava segnali di problemi o anomalie. Secondo quanto dichiarato in tarda serata a Parigi dal direttore generale di Air France, Pierre Henry Courgeon, la zona della catastrofe sarebbe stata localizzata a metà strada fra le coste brasiliana e africana. Sulla dinamica dell’incidente, poche certezze. Si è parlato di un fulmine e di guasti agli impianti elettrici, ed è sicuro che al momento dell’ultima segnalazione radio nell’area c’erano forti turbolenze tropicali.