A Milano Bosch rivela ‘un altro Rinascimento’

E’ una mostra visionaria, immaginifica come lo sono le invenzioni figurative di Jheronimus Bosch quella che da domani al 12 marzo ospiterà a Palazzo Reale alcuni capolavori mai visti in Italia dell’artista fiammingo, come il trittico delle Tentazioni di Sant’Antonio arrivato da Lisbona, che apre l’esposizione, ‘Bosch e un altro Rinascimento’ è un viaggio nel fantastico, ma anche un progetto culturale ambizioso, partito cinque anni fa, che vuole riscrivere la storia, ovvero che propone “una revisione del Rinascimento, il momento in cui è nato il mondo moderno” spiega uno dei curatori, Bernard Aikema, ex docente dell’università di Verona che è uno dei maggiori storici dell’arte al mondo. L’idea è che nel Rinascimento, accanto al classicismo, si faccia strada una via diversa, che ha influenzato anche gli artisti successivi fino al Barocco. La ricchezza di questo lavoro è testimoniata anche dalla produzione editoriale – non solo il catalogo ma anche un volume d’arte e una graphic novel – legata alla mostra, di cui sono stati curatori anche l’ex direttore del Prado Fernando Checa Cremades e il direttore del Castello Sforzesco Claudio Salsi. E dall’impegno per crearla non solo di Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Castello Sforzesco che l’anno promossa, 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE che l’ha realizzata con il sostegno di Gruppo Unipol ma anche dell’Ambasciata d’Italia in Portogallo e del Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona, L’esposizione – in cui è presente un centinaio di opere, incluse incisioni, sculture, arazzi e oggetti rari, come l’automa diabolico della collezione Settala – si apre proprio con il trittico di Lisbona, una sorta di “bandiera”, sottolinea Aikema che “introduce il tutto il linguaggio artistico, nuovo ed inquietante di mostri e scene oniriche” creato da Bosch a cavallo fra il Quattrocento e il Cinquecento. Il racconto mostra come la fortuna del suo linguaggio – nonostante lui sia nato e abbia vissuto nelle Fiandre – sia partita dal Sud, da Paesi come Spagna e Italia, dove fu collezionato dal cardinale Domenico Grimani. Il trittico dei Santi Eremiti della Galleria dell’Accademia di Venezia, la Tentazione di Sant’Antonio del Prado, le opere della sua bottega, di chi a lui si è ispirato come Brughel il vecchio ma anche il Garofalo, di cui è esposto il Paesaggio con corteo magico del 1528 e Arcimboldo con il suo Vertumno. Alcune delle opere, come quelle provenienti dal museo Làzaro Galdiano di Madrid e le due opere prestate dalle Gallerie degli Uffizi, dovranno rientrare nelle loro sedi prima della conclusione dell’esposizione a causa della loro fragilità. A completare l’esposizione “Tríptiko. A vision inspired by Hieronymus Bosch”, installazione visiva firmata dagli artisti Karmachina, mentre nei fine settimana saranno presenti mediatori culturali ad arricchire l’esperienza della mostra in modo complementare all’audioguida. “Un’esposizione preziosa – ha sintetizzato l’assessore milanese alla Cultura Tommaso Sacchi – dal taglio assolutamente originale, in grado di raccontare ai visitatori un Rinascimento diverso rispetto a quello che ha visto i propri fasti in Italia tra il Quattro e il Cinquecento, creando orizzonti nuovi di conoscenza e bellezza”.


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