Colto, chissà, da una crisi di nostalgia – mia moglie sostiene di senilità – durante le vacanze mi sono dato alla visione di alcuni film comici, un po’ trash, targati anni ’90, fra cui i tanto vituperati “cinepanettoni”.
Ebbene sì, mi sono fatto conquistare dalla sana mediocrità, che presa a piccole dosi, fa bene allo spirito e all’umore.
Mi ha pertanto stupito che durante questo tuffo nel passato, fra Jerry Calà, un giovane De Sica, una bellissima Megan Gale, uscisse, manco a farlo apposta, un articolo del New York Times che si occupava proprio di quelle pellicole!
Lasciamo per ora un attimo da parte il noto giornale americano.
Guardando i vecchi film, oltre chiaramente a scovare tanti simboli della mia giovinezza, fra cui gli ormai vetusti “sms”, gli abiti, le auto, le mode dell’epoca, ciò che mi ha più colpito è stato il linguaggio, così come i temi trattati.
Mi sono infatti poi trovato a commentare con qualche amico, che alcune scene, solleverebbero oggi una reazione sdegnata da parte della maggioranza delle persone.
Il ruolo della donna, trattata come un oggetto, piuttosto che le facili ironie, da osteria di quint’ordine, sugli omosessuali.
Ammetto che mi sono quindi sentito molto poco a mio agio con battute e situazioni “comiche”, non ritenendole affatto divertenti. Per non dire di peggio.
Sono cambiato io? Non ci sono dubbi. Ai tempi ero un ragazzino, più propenso al divertimento, che alle battaglie sociali.
Ma soprattutto è cambiata la società, più attenta all’uso delle parole e al rispetto delle minoranze.
Con un pizzico di vis polemica, mi si lasci dire che siamo diventati anche più politically correct, ma di certo qualche minimo passo avanti, fortunatamente, è stato fatto per davvero.
Torniamo allora all’articolo dell’inviato del giornale statunitense, Jason Horowitz, il quale ha stroncato senza mezzi termini quel filone cinematografico tutto italiano, definito “sessista e volgare”. Tanto da spingere lo stesso Enrico Vanzina a prendere posizione: “Il mio film, ‘Vacanze Natale’, non è un cinepanettone, dunque le critiche non mi riguardano. Non aggiungo altro perché non voglio alimentare alcuna polemica”.
Chi non la racconta giusta? Il giornalista made in Usa o il regista italiano?
Temo che abbiano torto e ragione entrambi.
Impossibile, sbagliato e scorretto, giudicare il mondo di ieri, con gli occhi di oggi. O meglio, giustissimo e doveroso imparare dagli errori del passato ed evolversi.
Così come è lecito restare un po’ disgustati da certe gag di venti o trenta anni fa.
Ma non si può non tenere conto di quel background. E, sicuramente, non si possono/devono cancellare quei film. Tutti – o quasi – ne hanno riso, trovandoli divertenti o comunque evidentemente entro i limiti della decenza.
Io penso che essi rappresentino una testimonianza importantissima di ciò che eravamo, quasi un monito a non tornare più indietro.
Ecco allora che è il punto di vista a dimostrarsi sbagliato. Mi pare poco sensato puntare il dito o scomodarsi per scrivere nel 2024 un articolo di feroce critica. Piuttosto si deve analizzare l’evoluzione attraverso i decenni che innegabilmente c’è stata nella nostra penisola.
Guardare un cinepanettone di trent’anni fa è un po’ come guardarsi metaforicamente nello specchio, riconoscendo i nostri difetti più reconditi.
In fondo che cosa proponevano i vari Vanzina, De Sica e Boldi, se non la realtà di quegli anni? Ci hanno dato solo ciò che volevamo e che probabilmente meritavamo! Prendendosi gioco di quel modo di essere e di pensare.
Aveva detto benissimo Alexander Pope: “Chi cerca di impressionare la gente volgare con il fine ragionamento è simile a chi cerca di spaccar pietre con un rasoio”.
That’s all folks!
David Oddone
(La Serenissima)