E così anche quest’anno si è celebrato il Rimini Super Pride al Parco del Mare della cittadina romagnola. Sempre una grande partecipazione di affezionati e turisti a questi cortei colorati, che a non pochi ricordano quelli che si celebrano al sambodromo di Rio in occasione del carnevale carioca, o a quelli più modesti che si svolgevano negli anni ’50/’60 lungo le vie delle città universitarie per festeggiare la conclusione del primo anno accademico delle matricole. L’unica grossa differenza è lo scopo con il quale vengono, o venivano, organizzate. Motivi futili, di puro divertimento, le seconde; per inviare un messaggio di inclusione, rispetto ed eguaglianza, e sostenere la lotta in atto per i diritti civili del popolo LGBTQI+, la prima.
Per molti il Gay Pride è considerato, a torto o a ragione, una manifestazione a sfondo politico, visto l’interesse che suscita presso i leader dei partiti e i loro militanti, sempre presenti ed in prima fila, in particolare quelli di una parte politica che vede in queste manifestazioni un ampio serbatoio di voti, dopo aver perso quello operaio. Altri invece non la considerano tale poiché ritengono che parteciparvi sia un modo per gettare la maschera di fronte alle ipocrisie di una società che si dimostra profondamente discriminatoria. C’è poi chi critica l’abbigliamento della maggioranza dei partecipanti alle sfilate, mentre vi sono coloro che lo giustificano per il fatto che la voglia di rivendicare i propri diritti è accettabile in qualsiasi modo si manifesti.
Chi parla di carnevalata dimostra di non comprendere il senso del pride e quanto sia importante, soprattutto per quei giovani, siano essi di genere maschile o femminile, che appartengono al mondo LGBTQI+. Ma se da un lato il Gay Pride si propone come baluardo ed arma per contrastare ogni forma di odio e di discriminazione, dall’altro col passar del tempo e per l’entrata in campo della politica è diventato esso stesso seminatore di odio, in particolare scagliandosi con astio sempre contro i simboli della cristianità e del governo italiano attualmente in carica e i suoi personaggi più in vista. Atteggiamenti e prese di posizioni che danneggiano il movimento stesso e che creano reazioni di altro odio uguale e contrario, tanto per citare una nota legge fisica.
E San Marino? Ancora nessuno si è attivato per organizzare anche in Repubblica un Gay Pride, anche se al raduno riminese sono state notate presenze « titaniche », che potrebbero essere state sollecitate ad organizzare, anche sotto le tre torri, questo modo stravagante di richiesta di riconoscimento dei diritti per tutti. Vedremo! Non ci resta che sedere sulle rive del Marecchia ed attendere!
Paolo Forcellini, LO STRADONE