A San Marino si dà la caccia al tesoro di Fabrizio Corona

Chiesta una rogatoria dalla procura di Milano al Titano. L’obiettivo è quello di spulciare nei rapporti tra finanziarie, fiduciarie, banche del Titano e il re dei paparazzi oltre ad altri personaggi lombardi, piemontesi e riminesi

La procura di Milano fa i conti a Fabrizio Corona. E s’arrampica fino a San Marino. A cui chiede una rogatoria. L’obiettivo: spulciare nei rapporti tra finanziarie, fiduciarie, banche del Titano e il re dei paparazzi (oltre ad altri personaggi lombardi, piemontesi e anche riminesi). In mezzo alle società nominate anche la Corona’s srl, con sede a Milano, ”ora dichiarata fallita”, si legge in un atto del tribunale di San Marino.

 

Quello stesso atto firmato lunedì dal giudice Rita Vannucci. La richiesta di rogatoria è arrivata dal pm Eugenio Fusco, della Procura di Milano. La cronistoria è raccontata dallo stesso documento (in gergo giudiziario, chiaramente) del tribunale di San Marino. Che scrive questa premessa: “Visti gli atti del procedimento per rogatoria internazionale trasmessi dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Milano, firma del pubblico ministero Eugenio Fusco è stata dichiarata ammissibile la richiesta di assistenza giudiziaria in materia penale, che qui si intende richiamato e trascritto; preso atto che la Procura di Milano richiede l’estensione degli accertamenti a tutti gli istituti di credito e le società finanziarie con sede in Repubblica; ritenuto che la richiesta è certamente pertinente tanto sotto il profilo soggettivo quanto oggettivo, con il reato di bancarotta fraudolenta di cui si è già ampiamente argomentato nel richiamato decreto; a tale riguardo lo stesso pm richiama la segnalazione della Guardia di Finanza, solo per rilevare che la società Toy Boy srl con sede a Milano in via De Cristoforis 15” è amministrata da un personaggio che avrebbe dichiarato che titolare effettivo nonché socio unico è Fabrizio Corona, e quindi “accoglie la richiesta commissione rogatoria internazionale”.

 

Il giudice ordina quindi “l’esecuzione degli atti ed accertamenti istruttori richiesti, e cioè di estendere l’acquisizione della documentazione bancaria a tutti i conti e rapporti intrattenuti anche per interposta persona presso banche e/o fiduciarie con sede in San Marino ed intestati, o riconducibili” a Fabrizio Corona, a un riminese di 31 anni, ad altri personaggi lombardi e torinesi, a due srl milanesi e alla Corona’s srl “al fine — si legge nel documento — di acquisire tutta la documentazione bancaria relativa alle operazioni eseguite” nonché “copia della documentazione relativa ad operazioni disposte o eseguite per incarico dei soggetti sopra citati con società fiduciarie o finanziarie”.

 

Il giudice ordina anche “il sequestro dei rapporti aventi saldo positivo” e incarica “il servizio vigilanza di Banca centrale di accertare se tali somme eventualmente sequestrate, provengano dagli assegni circolari specificati nel decreto 30 aprile 2009”. Come e perchè i magistrati di Milano abbiano collegato Corona a San Marino non è dato sapere: di certo personaggi del suo staff sono stati visti, anche in Riviera, a bordo di potenti vetture con targa biancazzurra…