C’era il sole di maggio e una strada d’asfalto che correva veloce verso nord. Poi, d’improvviso, solo il rumore dell’auto che sfonda il guardrail e scompare nel verde di una scarpata. È finita così la vita del dottor Massimo Cerioni, 71 anni, radiologo in pensione, ex colonna dell’Inrca di Ancona, uomo conosciuto e stimato da colleghi e pazienti.
Il dramma si è consumato ieri mattina lungo l’autostrada A14, all’altezza del tratto pesarese, poco oltre la galleria di Case Bruciate. Cerioni stava viaggiando da solo a bordo della sua Volkswagen New Beetle cabrio. Una strada familiare, un giorno di festa, nessuna apparente avvisaglia. Poi, in un tratto in discesa, qualcosa va storto: l’auto sbanda, abbatte il guardrail, vola giù nel dirupo. L’impatto è devastante.
Il corpo del medico viene sbattuto fuori dall’abitacolo, lanciato a oltre 30 metri di distanza, oltre la recinzione autostradale. Una dinamica brutale che non lascia scampo. I soccorsi arrivano in pochi minuti – vigili del fuoco di Pesaro, Polizia Autostradale di Fano, due ambulanze del 118 – ma ogni tentativo è vano. Il decesso viene constatato sul posto. Non ci sono testimoni, né altri veicoli coinvolti.
Le cause dell’incidente restano per ora avvolte nell’incertezza. Gli inquirenti ipotizzano un malore improvviso, oppure un guasto meccanico. Saranno le indagini della Polizia Stradale a chiarire i contorni esatti di questo tragico volo fuori strada. La carreggiata, intanto, non è stata interrotta: l’auto era finita ben oltre il margine, nascosta tra gli arbusti.
Di Cerioni restano i ricordi di una vita professionale lunga e apprezzata, e la fine improvvisa, violenta, senza testimoni, lungo una delle arterie più trafficate del Paese. Un medico abituato a leggere le ombre nei corpi degli altri, scomparso in un giorno di luce, lasciando dietro di sé una domanda sospesa: cosa è successo davvero, in quell’istante di silenzio?