Abolito il quorum referendario… Benvenuti nella Repubblica dell’ingovernabilità e dell’incertezza … di Enrico Lazzari

Enrico LazzariMi ero ripromesso, non essendo sammarinese, di non esprimere alcuna mia opinione in materia di referendum. Non mi sembrava opportuno che uno straniero, per quanto -nonostante tutto- “affezionato” alla Repubblica di San Marino, si permettesse di dire la sua su una questione che non lo riguardava direttamente.

Ora, però, alla luce dell’abolizione del quorum per la validazione di una tornata referendaria -a risultato acquisito- non posso non nascondere la mia preoccupazione per il futuro del Titano: San Marino piomberà nell’ingovernabilità populista, sommerso da referendum utilizzati dalle minoranze anche elettoralmente insignificanti ma capaci, -in pochi anni- di trasformare “quattro voti” in una maggioranza decisiva. Recarsi alle urne per esprimere il proprio sì o il proprio no diverrà pressante routine, fino a creare una disaffezione profonda nei sammarinesi che diserteranno in massa le urne referendarie lasciando campo aperto a quei pochi che si sentono direttamente chiamati in causa -per un motivo o per l’altro- nel quesito. I sì avranno la strada spianata da una astensione di massa dei no e si arriverà al giorno in cui una esigua minoranza di sammarinesi cancellerà una legge votata dai rappresentanti eletti da 20mila cittadini… Si arriverà al giorno in cui una esigua minoranza di sammarinesi conterà più di un governo.

Non esisteranno più certezze e ciò sarà la definitiva tomba della politica e, soprattutto, dell’economia sammarinese perchè, è noto, stabilità e certezze legislative e giuridiche sono la condizione essenziale pretesa da ogni investitore, grande o piccolo che sia.

Fosse stato un referendum abrogativo il legislatore avrebbe avuto un buon margine di manovra. Purtroppo così non è essendo il quesito propositivo e quindi vincolante sul senso della nuova normativa che dovrà necessariamente prevedere la “maggioranza semplice dei voti validamente espressi”.

Il guaio, purtroppo, ormai è fatto… I sammarinesi, anche quelli seduti sulle poltrone che contano, ubriacati da un “polo del lusso” trasformato in elemento di scontro politico, non sono riusciti a capire quale era davvero, per il loro futuro, il quesito più importante dei quattro votati ieri.

Ora la “patata bollente” passa al legislatore che dovrà avere il coraggio di trovare il giusto contrappeso che potrebbe essere, ad esempio, l’innalzamento estremo del numero di firme richieste per la presentazione dei quesiti referendari. Ma la debolissima classe politica attuale -visto anche l’immobilismo di questi anni che ha fatto del potere giudiziario il primo monarca del Titano- avrà mai il coraggio di assumere un provvedimento impopolare pur estremamente responsabile?

Purtroppo, temo proprio di no…

Enrico Lazzari