
(ANSA) – ANCONA, 06 MAG – “In tutta Italia vediamo come
l’aborto sia in ostaggio dell’obiezione di coscienza e di
politiche sociali familistiche di propaganda che fanno ben poco
per sostenere le fasce sociali a rischio di povertà”. Così una
attivista di Non Una di Meno Marche spiega le ragioni che hanno
spinto il movimento a promuovere una manifestazione nazionale ad
Ancona attraverso la quale chiedono “l’aborto libero, sicuro e
gratuito per tutte”.
Circa 2.000 persone hanno sfilato in corteo fino a piazza
Cavour: tra loro esponenti di associazioni, movimenti anche
politici e studenteschi, dei centri sociali, Aied, Molto+ di
194, Gulliver. Le attiviste di Non Una di Meno sono arrivate
anche da altre regioni: Lombardia, Lazio, Piemonte, Emilia
Romagna, a bordo di sei pullman. In corteo tanti striscioni che
invocavano “l’interruzione di patriarcato” e un’installazione a
forma di vagina.
“Nelle Marche più dell’80% del personale sanitario è obiettore
di coscienza” ha detto all’ANSA un’attivista. La manifestazione
ha puntato il dito anche “contro le politiche conservatrici
dall’aborto”, esprimendo “sostegno alle persone razzializzate,
alla comunità Lgbtqia+”. Alla manifestazione ha preso parte
anche uno “spezzone autonomo” del collettivo Sister On The Block
di Fano: “non accettiamo la narrazione sensazionalistica che
viene fatta sui nostri corpi”.
Ad animare il corteo anche un diverbio con i volontari del
Centro di Aiuto alla Vita di Loreto, venuti con manifesti e
striscioni per una contromanifestazione e per reagire alle
contestazioni di un’iniziativa pro vita a Macerata di qualche
settimana fa. “Non ci hanno fatto neanche srotolare lo
striscione e siamo stati costretti a lasciare l’area del porto
di Ancona scortati dalla polizia”. (ANSA).
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