Abruzzo, il centrodestra vola Flop M5s: persi oltre 17 punti

Secondo le prime proiezioni, in testa Marsilio al 48%. Indietro Legnini (centrosinistra). Male la Marcozzi del M5s

È in Abruzzo il primo dei sei appuntamenti elettorali del 2019 per il rinnovo dei consigli regionali.

E proprio per la sua collocazione temporale, a poco più di tre mesi dalle elezioni europee, l’esito delle urne potrebbe avere un peso non indifferente sugli equilibri del governo e, sopratutto, sui rapporti tra gli alleati. E, stando alle prime proiezioni Swg per TgLa7, il risultato che esce da questa prima tornata elettorale è netto. Il senatore romano di origini abruzzesi Marco Marsilio, sostenuto dal centrodestra, sarebbe infatti al 47,6%. Molto più indietro l’ex vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, sostenuto dal centrosinistra, che si ferma al 30%. Crolla il Movimento 5 Stelle che con il consigliere regionale uscente Sara Marcozzi non va oltre il 21%.

Il ruolo e la presenza sul territorio che hanno avuto i principali leader politici, nel corso della campagna elettorale, ha fatto capire sin da subito l’importanza della sfida. Tanto che la maggior parte degli analisti politici vedono nelle elezioni regionali in Abruzzo una sorta di test nazionale. Il risultato sembra confermare il trend dei sondaggi che ogni circolano da mesi. Marco Marsilio, sostenuto dalle liste di Fratelli d’Italia, di cui è senatore, Lega, Forza Italia, Azione Politica e Unione di Centro-Dc-Idea, dovrebbe incassare dal 41 al 45% delle preferenze.

Il centrosinistra ha provato a contrapporsi al centrodestra schierando Legnini con l’appoggio di ben otto liste (Pd, Abruzzo in Comune, Centristi per l’Europa-Solidali e Popolari per Legnini, Progressisti con Legnini-Sinistra Abruzzo-Leu, Avanti Abruzzo-Italia dei Valori, Abruzzo Insieme-Abruzzo Futuro, Legnini Presidente, +Abruzzo-Centro Democratico). Pur avendo abbracciato l’anima progressista, quella cattolica, di sinistra ma anche liberale e dei Radicali, al centrosinistra non è riuscito di uscire dal pantano del 4 marzo è il principale degli obiettivi. L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Letta e vicepresidente del Csm si sarebbe infatti fermato al 32% (forchetta tra il 30 e il 34%).

A uscirne con le ossa rotte dal voto in Abruzzo, però, è il Movimento 5 Stelle che, come al solito, viaggia da solo. A correre per i grillini c’è la Marcozzi, 41enne consigliere regionale uscente, già candidata alle elezioni regionali nel 2014. Il vicepremier Luigi Di Maio ha chiuso la campagna elettorale lanciando un attacco alla sinistra definita “peggiore di Berlusconi e più ipocrita”. Ma il risultato è un vero e proprio crollo. Sempre le prime proiezioni di La7, non andrebbe oltre il 21% perdendo così quasi venti punti percentuali dalle elezioni politiche dello scorso marzo.

Le proiezioni sulle coalizioni

In base alla III proiezione Swg per TgLa7 sulle coalizioni alle elezioni regionali in Abruzzo, la coalizione di centrodestra è avanti con il 48,3% dei voti. La Lega è il primo partito con il 26,2%, seguita da Forza Italia al 9,5%, da Fratelli d’Italia al 6,2%, Dc-Udc-Idea-Nci al 3,4% e Azione Politica al 3%. Il centrosinistra è al 31,2%: il Pd al 10%, la lista Legnini presidente all’8,6%, a seguire Abruzzo in Comune al 3,6%, Progressisti-Sin.-Leu al 2,5%, Abruzzo Insieme al 2,4%, Avanti Abruzzo all’1,4%, Centro democratico all’1,4%, Solidali e Pop. Centristi all’1,3%. M5s al 19,8%. La copertura del campione è del 32% con errore statistico +/- 0,72%. La copertura del campione è del 32% con errore statistico +/- 0,72%.

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