Abusi su 20 donne, arrestato un chirurgo

«Fidati di me, ti farò bella». Amava dire questa frase il medico chirurgo di 63 anni di Parma finito agli arresti domiciliari per violenza sessuale, e lo disse anche alla diciassettenne reggiana con problemi di obesità che per la prima volta andò da lui accompagnata dai genitori: «Ti farò diventare bellissima». Palpeggiamenti nelle parti intime ma anche baci alle pazienti erano diventati, a parere della procura della Repubblica di Parma, un ‘modus operandi’ del libero professionista, specializzato in medicina bariatrica ed estetica. Nella clinica dove lavorava era conosciuto come ‘il molestatore’.

Tra il 2007 ed il 2016 sarebbero oltre venti i casi di abusi segnalati alla magistratura, episodi che si sarebbero ripetuti anche dopo una prima denuncia nei confronti dell’uomo, già sotto processo a Parma per lo stesso reato.

Uno dei presunti casi, di cui riferì Carlino Reggio lo scorso marzo, risale al 2007 e vede parte offesa la ragazza reggiana. Sarebbe l’unica minorenne.

Ci mise nove anni per vincere il ribrezzo. E anche perché, per risparmiare un po’, aveva accettato di non farsi fare la fattura: non c’era traccia, di quell’incontro. Ma lei alla fine mise nero su bianco l’incubo vissuto.

Una querela – presentata alla procura di Parma – in cui dichiarava di essere stata abusata dal medico che la stava visitando, lo specialista di chirurgia bariatrica ieri finito ai domiciliari.

Lo stesso che – per l’accusa – prima si era presentato conquistandola con tre bacini sulla guancia e «fare paterno». Poi alla seconda visita, dopo essere rimasto solo con lei, «mi ha chiesto se poteva darmi un bacino e mi ha baciata sulla bocca, leccandola». Non solo. «Si è strusciato contro di me, facendomi sentire le parti intime, il suo eccitamento», raccontò la giovane.

Era un’adolescente all’epoca, ma pesava più di 120 chili. Viola – residente nella zona ceramiche – dopo una ricerca su internet prese appuntamento con lo specialista di Parma, interessata a un bendaggio gastrico, per limitare l’introduzione del cibo tramite un anello di silicone nella parte superiore dello stomaco.

Passò l’estate. In settembre il medico – è il racconto della ragazza – diventò più esplicito. «Fai sesso col tuo ragazzo?», le avrebbe chiesto. Lei rispose che era vergine. «Allora la prossima volta ti s… io», avrebbe risposto lui. Lui la fece rimanere in slip. Poi – stando alla giovane – la mise contro il muro e si appoggiò contro di lei, strusciandosi.

La ragazza si coprì il seno con le braccia. Ma lui – secondo il racconto – le prese i polsi e le abbassò le braccia. Mentre lui le fissava un altro appuntamento promettendole rapporti completi («così ti godi un po’ la vita»), lei si rivestì velocemente e scappò fuori. «È un porco», dirà al padre in auto. Mancavano però le prove per denunciarlo, non aveva nemmeno la ricevuta e scelse di tacere coi familiari. Ma si sfogò con uno psicologo; chiese aiuto al Telefono Rosa, al forum ‘Amici Obesi’, alle Iene. Infine, grazie all’associazione La Caramella Buona (il cui presidente Roberto Mirabile, ieri, ha espresso soddisfazione per la svolta nelle indagini), assistita dall’avvocata Donatella Ferretti, querelò.

La prima a presentarsi dai carabinieri era stata una parmigiana di 54 anni. Dopo di lei altri casi e un primo procedimento giudiziario dallo scorso febbraio. A ottobre il 63enne ci sarebbe però ‘ricascato’ con una paziente di una clinica di Brescia dove si era trasferito dopo la sospensione da una struttura sanitaria emiliana. Il nuovo caso ha convinto il pm di Parma Daniela Nunno a chiedere il provvedimento restrittivo, che l’altro ieri i carabinieri hanno eseguito arrestandolo. Ora è ai domiciliari in casa sua. In un’intervista alla Gazzetta di Parma, il chirurgo negò le accuse: «Violenza sessuale? Tutte menzogne. Non sono nè un maniaco nè un pervertito. Faccio solo bene il mio lavoro. Sono innocente». Spiegò: «Il paziente resta sempre con le mutandine. Le foto che devo effettuare prevedono che il torace sia scoperto. Ho sposato una bella donna, ne avevo sposato un’altra in precedenza: nessuna era mia paziente» Il Resto del Carlino