LA CRONACA NERA, con l’aggravante che a farne le spese sono i bambini, e il nodo scorsoio dell’immigrazione. Un incrocio pericoloso, riproposto dall’ultimo fattaccio in ordine di tempo. Un cittadino somalo di 22 anni, ospite del Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Fiano Romano, è stato arrestato dai carabinieri lunedì sera all’interno della stessa struttura per migranti a nord della Capitale, con l’accusa di violenza sessuale per aver molestato un bambino di 8 anni che stava giocando a pallone con un amichetto nel cortile di casa.
L’allarme è scattato intorno alle 18, quando alcune mamme sono andate in caserma per denunciare l’accaduto, mentre altri ragazzini correvano in lungo e in largo alla ricerca del presunto molestatore, che nel frattempo era scappato. Momenti di alta tensione nella cittadina, fino alla notizia che l’uomo era stato fermato e trasferito nel carcere di Rieti in attesa dell’interrogatorio di convalida.
IL GIOVANE africano, secondo il racconto dei due bambini protagonisti loro malgrado della vicenda, si sarebbe avvicinato a loro che giocavano mettendosi anche lui a tirare quattro calci al pallone. Ma adesso fa buio presto e così, ad un certo punto, uno dei piccoli si sarebbe accorto che il ragazzo si era appartato in un angolo con un suo amichetto e lo stava molestando. Il suo intervento avrebbe spinto il somalo ad allontanarsi, ma nel giro di pochi minuti sarebbe scattata la ‘caccia al bruto’ perché i genitori della vittima avevano deciso subito di andare dai carabinieri. A loro in breve si sono unite altre mamme e in questo clima è avvenuto il riconoscimento dell’immigrato da parte dei due bambini, in una fotografia mostrata loro dai militari. Di lì a poco il somalo è stato rintracciato nel vicino C.a.r.a. e fermato.
UNA BRUTTA storia, in tutti i suoi aspetti. Anche quelli meno chiari. Un episodio che risente dell’eco di altri fatti in giro per l’Italia e che induce il sindaco di Fiano Romano, Ottorino Ferilli, non solo a commentare, ma ad inquadrare l’accaduto con una lunga dichiarazione. «L’accoglienza, l’inclusione, l’integrazione di queste persone deve essere sostenuta e organizzata con competenze specifiche: ciò a tutela della comunità, in primis, e dei rifugiati stessi – sottolinea il primo cittadino –. L’accoglienza, dove necessaria, deve essere responsabile. Come sindaco ho il compito e il dovere morale di proteggere i miei cittadini e soprattutto i più piccoli, che devono essere liberi di giocare nei parchi pubblici e di vivere al sicuro. Questa amministrazione ha investito molto sulla sicurezza e sul territorio in questi ultimi anni, per far vivere serenamente i propri cittadini».
«Mi piacerebbe però ogni tanto ricevere qualche risposta alle lettere che scrivo a chi di competenza – conclude polemico il sindaco – invece di essere interpellato solo ed esclusivamente per gestire poi l’emergenza».