Il 31 ottobre 2002, alle ore 11:32, una scossa di terremoto di magnitudo 5.7 sconvolse il basso Molise. L’epicentro, localizzato tra i comuni di Bonefro e San Giuliano di Puglia, scatenò una tragedia che segnò per sempre la storia del Paese. A San Giuliano, l’edificio della scuola elementare “Francesco Jovine” collassò, trasformando una giornata che doveva essere di festa per Halloween in un lutto nazionale.
Sotto le macerie della scuola persero la vita 27 bambini e la loro maestra, Carmela Ciniglio. Il bilancio totale del sisma fu di 30 vittime, un centinaio di feriti e oltre 3.000 sfollati. La strage degli “angeli di San Giuliano”, come vennero subito ribattezzati i piccoli alunni, non fu però solo il frutto di una calamità naturale.
Le indagini successive rivelarono una sconcertante catena di responsabilità umane. L’edificio scolastico era stato da poco ristrutturato e sopraelevato, ma i lavori erano stati eseguiti senza i necessari collaudi e, soprattutto, senza alcun adeguamento alle norme antisismiche. Il processo che ne seguì fu lungo e doloroso, concludendosi nel 2010 con una sentenza della Corte di Cassazione che condannò costruttori, progettista, tecnico comunale e il sindaco dell’epoca, riconoscendo le colpe umane dietro il disastro.
Da quel giorno, San Giuliano di Puglia è diventato un luogo simbolo. La nuova scuola, ricostruita con i più avanzati criteri di sicurezza, rappresenta una promessa per il futuro e un monito per il presente. Ogni 31 ottobre si celebra la “Giornata della Memoria” per non dimenticare le giovani vite spezzate e per ribadire l’importanza della prevenzione e della responsabilità nella gestione del territorio.
 
								 
								


 
															








