ACCORDO DI ASSOCIAZIONE UE. Anche a San Marino le case saranno a rischio di svalutazione. La batosta arriva con le direttive green europee che dovremo accettare in silenzio … di Marco Severini

Ce lo vendono come un passo storico verso l’Europa. Un grande ACCORDO DI ASSOCIAZIONE UE, nuove opportunità, apertura dei mercati. Ma c’è un dettaglio che nessuno dice chiaramente: con questo trattato rischiamo di portarci a casa anche l’obbligo di adeguare i nostri immobili secondo le direttive europee sull’efficienza energetica.

Il che vuol dire: ristrutturazioni obbligatorie a spese nostre o svalutazione assicurata. Alla fine paghi sempre tu. Sì, proprio tu che mi stai leggendo in questo momento. Non hai scampo, anche se vivi a San Marino. Se ratificheremo l’Accordo di Associazione UE, la normativa europea ci seguirà ovunque. E sarà un calvario normativo: una volta associati, non potremo più decidere da soli.

Sì, hai capito bene. Se la tua casa è in classe energetica G o F — come lo sono migliaia di immobili sammarinesi costruiti tra gli anni ’60 e 2.000 — o la sistemi, o il suo valore crollerà. Non è fantascienza, è scritto nero su bianco nelle direttive UE. Da Bruxelles stanno spingendo tutti gli Stati a ristrutturare gli edifici più inquinanti. Obiettivo dichiarato? Neutralità climatica. Obiettivo reale? Spingere milioni di proprietari a investire soldi che non hanno.

Nel frattempo, a San Marino si parla dell’Accordo con l’UE come fosse, per alcuni, la panacea di tutti i mali. Ma se accettiamo a occhi chiusi tutto il pacchetto, comprese le norme ambientali che stanno mettendo in seria crisi l’industria europea mentre il Terzo Mondo e la Cina continuano a inquinare a livelli spaventosi, ci ritroveremo presto con un cappio al collo anche sul fronte immobiliare.

E non finisce qui. Perché con le quattro libertà fondamentali dell’Unione Europea, anche i servizi professionali e tecnici saranno liberalizzati. Cosa vuol dire? Che la manutenzione, la ristrutturazione, le pratiche edilizie, perfino le perizie e le certificazioni energetiche potranno essere fatte da professionisti europei. Un geometra slovacco, un muratore croato, un architetto rumeno o un ingegnere spagnolo, in possesso di abilitazione UE, potrà operare anche qui. Con buona pace dei nostri tecnici e lavoratori locali, che si troveranno a competere con chi ha costi molto più bassi e normative più elastiche nel proprio Paese. Eh .. però anche i nostri potranno andare fuori! SVEGLIA!

E se pensi che le direttive europee non arriveranno mai qui, sappi che quando firmi un accordo vincolante con Bruxelles, non ti danno solo i vantaggi, che poi ancora non si capiscono quali possano essere. Ti danno tutto. Anche gli obblighi. Anche le batoste come questa.

Il risultato? Case invendibili, banche più rigide nei mutui, acquirenti che tirano sul prezzo e proprietari disperati.Il valore delle abitazioni inefficienti crolla. Ma per sistemarle servono 30, 50, 70 mila euro. Dove li troviamo? Non sarà certo l’Europa a pagarti l’isolamento del tetto o la pompa di calore.

La verità è semplice e amara: stanno trasformando un diritto in un dovere costoso. Vuoi vendere o affittare? Prima sistema tutto. Se non lo fai, il tuo immobile sarà dichiarato “fuori norma”. E nel momento in cui scatterà il divieto di commercializzazione per le classi energetiche peggiori — ipotesi già discussa in diversi Paesi UE — ti ritroverai con una casa che vale la metà. O niente.

Ecco cosa rischiamo firmando l’accordo di associazione senza fiatare, senza negoziare, senza pretendere esenzioni o gradualità. In cambio di cosa? Di qualche bando Erasmus e due selfie a Bruxelles? Degli hotel superlusso per chi va in missione?

Lo ripeto: se vogliamo adeguarci all’Europa, lo facciamo alle nostre condizioni, come abbiamo sempre fatto con gli accordi di settore e che ci interessano, e con le tasche degli europei, non con le nostre. Anche se la vedo dura, perché fondi non ne arriveranno. Arriveranno solo obblighi, concorrenza estera e normative stringenti.

Chi ha costruito o comprato casa con i sacrifici di una vita, oggi è il vero bersaglio. E questo Green Deal si sta trasformando in un colpo basso alla proprietà privata, camuffato da progresso ecologico.

Chiedetelo ai cittadini europei o italiani se sono contenti. E poi chiediamoci se vogliamo davvero fare la stessa fine.

Apriamo gli occhi, prima che sia troppo tardi.

Marco Severini – Direttore GiornaleSM