La vicenda dell’accumulatore seriale che aveva riempito all’inverosimile al sua casa riducendosi a dormire in macchina che è stato salvato dalla Protezione civile pone sotto i riflettori quello che è un vero e proprio disturbo mentale.
Ce ne parla la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Repubblica di San Marino, Laura Corbelli che spiega come “il Disturbo da Accumulo si configura come un vero e proprio disturbo psichiatrico, inserito nel DSM-5 (che è il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali più diffuso al mondo, giunto nel 2013 alla sua 5’ edizione) nella sezione ‘Disturbo ossessivo-compulsivo e Disturbi correlati’. Sebbene si possa intendere come una variante estrema del disturbo ossessivo-compulsivo, ha caratteristiche sue proprie mediante le quali è possibile identificarlo”.
Come sono le persone che ne sono affette?
“In particolare parliamo di individui caratterialmente indecisi, che non riesco a separarsi da qualsiasi oggetto, indipendentemente dal valore reale o affettivo dell’oggetto stesso e che provano forte ansia se sentono impedito questo comportamento. Spesso i vicini e i parenti stretti sono quelli che segnalano la persona ai servizi, non perché la persona non si renda conto della situazione, quanto perché temono per l’incolumità propria o dell’individuo. Il rischio principale infatti è quello igienico, per l’eccessiva quantità di oggetti che non permette pulizia o di tener sotto controllo muffe, insetti, topi o parassiti. C’è chi descrive queste case come grotte scolpite tra montagne di oggetti”.
Ma un “accumulatore seriale” come viene genericamente chiamato, si rende conto di quello che fa?
“Nella maggioranza dei casi riconosce l’inutilità degli oggetti, il rischio per la sua salute e quella altrui, l’assurdità del suo comportamento (rari infatti sono i casi di assenza di consapevolezza), tuttavia non può astenersi dal comprare o conservare qualsiasi cosa gli capiti a tiro, né riesce a buttar via nulla”.
Come accumula le cose?
“Normalmente le acquista o fa incetta di gadget gratuiti, giornali, borse, regali, cartoline, oggetti rotti, scatole. Spesso adduce scuse per giustificare gli oggetti, come il valore affettivo o la possibilità di rivenderli in seguito, tuttavia ben presto si scopre la verità. I casi di furti per accumulare oggetti sono invece molto rari”.
Come può arrivare a vivere chi ha questo disturbo?
“Può arrivare a vivere in nicchie ricavate tra gli oggetti, ma anche in garage o in macchina, per destinare tutta la casa a spazio da accumulo, ma nel tempo riempirà anche questi spazi. Questo compromette fortemente tutte le aree importanti: la sfera personale (igiene, salute, sonno, nutrirsi), lavorativa, relazionale, sociale”.
Quando si manifesta?
“Il disturbo è di lunga durata, non quindi identificabile come un periodo transitorio della vita, iniziando già intorno all’adolescenza, per divenire un problema che interferisce in modo pesante nella quotidianità del soggetto nel secondo decennio di vita e peggiora nella metà del terzo decennio. Tende quindi a cronicizzarsi e a peggiorare. Alcuni individui passano periodi di minor accumulo, alternati a periodi acuti. Il disturbo ha una forte componente ereditaria: il DSM-5 specifica che il 50% dei soggetti che accumulano ha parenti che accumulano. Questi studi sono confermati anche dalle ricerche condotte sui gemelli. Spesso (75% dei casi) è associato a disturbi dell’umore e disturbi d’ansia”.
Come si interviene?
“Il disturbo è molto difficile da trattare con successo, ma si possono avere ottimi risultati nell’aiutare il soggetto a ottenere una condizione di vita soddisfacente. Gli studi indicano che il trattamento migliore è costituito da un trattamento integrato che preveda un mix di farmacoterapia, psicoterapia e assistenza dei servizi sociali. La psicoterapia che pare avere ad oggi risultati documentati per questo disturbo specifico è quella ad orientamento cognitivo comportamentale, in particolare per ridurre l’ansia e ridurre i comportamenti da accumulo. I servizi sociali risultano molto utili per monitorare le fasi di ripresa del comportamento, per il reinserimento lavorativo e per la gestione degli aspetti tecnici dello sgombero che, non essendo il soggetto in grado di separarsi dagli oggetti, va concordato avvalendosi anche del sostegno dei familiari”.
E proprio grazie all’azione della Protezione civile che sta coordinando i vari servizi e strutture dello Stato, e che coinvolgono Tribunale, Iss, Dipartimento prevenzione, Polizia Civile e Azienda, da oltre una settimana è iniziato lo sgombro del materiale accumulato in casa e in macchina e il sammarinese è seguito nei vari momenti della giornata, accompagnato anche durante i pasti alla mensa.
Franco Cavalli