A New York si è consacrato Carlos Alcaraz come il nuovo volto dominante del tennis mondiale.
Lo spagnolo ha battuto Jannik Sinner con il punteggio di 6-2, 3-6, 6-1, 6-4, conquistando così il suo sesto titolo del Grande Slam e il secondo U.S. Open in carriera.
Un successo che non è stato soltanto un trionfo sportivo, ma anche una dimostrazione di maturità tecnica e mentale. Alcaraz ha giocato un torneo quasi perfetto: non aveva perso nemmeno un set fino alla finale, e contro Sinner ha saputo gestire i momenti di tensione con lucidità, sfruttando ogni occasione per mettere pressione all’azzurro. Gli scambi sono stati intensi, ma la solidità dello spagnolo ha fatto la differenza, così come la capacità di alzare il livello nei momenti chiave.
Jannik Sinner, con la sportività che lo contraddistingue, non ha esitato a rendere onore al rivale: “Carlos ha giocato meglio di me, oggi ha meritato. Sono stato troppo prevedibile. Goditi questo momento”, ha dichiarato con un filo di emozione. Parole che, al di là della delusione, hanno certificato la nascita di una rivalità che ormai è già storia.
La stampa internazionale, intanto, non ha usato mezzi termini: per il Guardian si è trattato del “miglior torneo della carriera” di Alcaraz, mentre molti commentatori hanno parlato di prestazione “monumentale”. Non solo perché lo spagnolo ha dominato le statistiche, ma perché con questo trionfo ha anche riconquistato il numero 1 del ranking ATP, scalzando proprio Sinner dopo 455 giorni di regno azzurro.
La sensazione è che ci troviamo davanti a un cambio di passo definitivo. Federer, Nadal e Djokovic hanno scritto la leggenda degli ultimi vent’anni, ma oggi la scena appartiene a due ragazzi poco più che ventenni che si affrontano in finali Slam come se fosse la cosa più naturale del mondo. Alcaraz e Sinner si sono divisi i trofei più importanti del 2025: Roland Garros e U.S. Open allo spagnolo, Wimbledon all’italiano. Tre finali consecutive nei Major, una contro l’altra, un record nell’era Open.
Al termine della partita, Alcaraz ha scherzato con l’amico-rivale: “Ti vedo più che la mia famiglia”. Una battuta che fotografa meglio di mille analisi la frequenza con cui questi due talenti si ritrovano dall’altra parte della rete, spingendosi l’un l’altro sempre più in alto.