Addio a Peter Straub, maestro dell’horror

NEW YORK – Addio a uno dei maestri del soprannaturale. Lo scrittore americano Peter Straub, autore di romanzi di dark fantasy e thriller psicologici, è morto a 79 anni in un ospedale di New York per complicazioni dopo la frattura di un femore. Ammiratore di Henry James, John Ashbery e Edgar Allan Poe, Straub era emerso negli anni ’70 e ’80 come uno dei maestri del genere assieme all’amico e stretto collaboratore Stephen King, a Ira Levin e a Anne Rice.

Dopo la pubblicazione di “Rosemary’s Baby” di Levin e, tre anni dopo, di “L’Esorcista” di William Peter Blatty, i tempi erano maturi. Il primo romanzo di King, “Carrie” era apparso nel 1974, l’anno prima di “Julia” di Straub, mentre il debutto della Rice, “Intervista con il Vampiro” era approdato in libreria nel 1976. Straub aveva cominciato come autore di romanzi convenzionali, arrivando al genere della dark fantasy quasi per caso dopo il fiasco commerciale dei primi tentativi: “Julia” del 1975 (l’edizione italiana è apparsa dall’Editoriale Corno nel 1979) su una donna perseguitata da uno spirito che potrebbe essere quello della figlia morta, fu lodato dalla critica e divenne un bestseller. Seguirono “If You Could See Me Now” (1977) e “Patto di sangue, Ghost Story” (uscito con Mondadori nel 1982 col titolo “La casa dei fantasmi”). Tra gli altri romanzi, “Il drago del male” e la “Trilogia della Rosa Blu” composta da Koko, “Mystery” e “The Throat” sulla caccia a un serial killer. Nel 1999 aveva pubblicato “Mr. X” sul tema del doppelgänger. Sia “Julia” che “Ghost Story” furono adattati per il cinema, il primo col titolo “Full Circle” del 1977 con Mia Farrow e l’altro nel 1981 con Fred Astaire, Melvyn Douglas, Douglas Fairbanks Jr. e John Houseman. “Lavorare con lui è stata una delle grandi gioie della mia vita creativa”, gli ha reso oggi omaggio King che ha definito Straub “un autore letterario con una sensibilità poetica, ma al tempo stesso leggibile. Come un Philip Roth ma che scriveva di cose fantastiche”. L’autore di “The Shining” e “Il Miglio Verde” considerava l’amico uno dei migliori romanzieri dell’horror e ai primi anni Ottanta aveva scritto con lui a quattro mani, “Il Talismano” (1984) su computer collegati e stampanti ad aghi, tecnologie all’epoca all’avanguardia. La collaborazione era ripresa nel 2001 con “Black House” (“La Casa del Buio”) e un terzo libro era nelle prime fasi di gestazione, ma è stato interrotto dalla morte dello scrittore. 
   


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