
Novantaquattro anni compiuti a marzo, a stroncarlo è stata una polmonite. «Fino a quel momento — racconta Marina, uno dei tre figli (gli altri sono Federico e Luca) — papà stava bene, considerando la sua età…».
Ha lottato fino all’ultimo: in fondo non era il ‘Grosso’ per niente.
DI FELLINI Benzi è stato molto più che un compagno di scuola (otto anni insieme, prima al ginnasio e al liceo) e uno dei più grandi amici. Titta e Federico erano come fratelli. «Quando Federico partì per Roma, nel 1939, piangevo come un matto». Il primo incontro non era stato dei migliori, e ogni volta che Benzi lo raccontava aggiungeva un pezzo. I due avevano sì e no cinque anni, giocavano in spiaggia, e il piccolo Fellini, così gracile da meritarsi il nomignolo ‘Gandhi’, gli aveva rifilato una badilata in testa. «Voglio credere che abbia preso male le misure», ripeteva Titta. L’amicizia vera era arrivata sui banchi di scuola. Fatta di ‘patacate’ e delle prime avventure amorose che Fellini decise di raccontare, più di 30 anni dopo, in Amarcord.
Quando vide il film, Titta capì: «Federico mi aveva fatto un regalo. Ricordava la nostra vita felice dell’adolescenza». Prima ancora diAmarcord, Benzi era stato tra le fonti d’ispirazione de I Vitelloni. In fondo in tutti i film del Maestro c’è un pezzo della vita di Titta e Federico.
Nessuno ha mai capito dove finiva la verità e iniziavano le leggende.
INSIEME, fino alla fine. E Benzi a ricordare ai riminesi più distratti «quante cose ha fatto Federico per la sua città, e non solo con i suoi film.
INSIEME, fino alla fine. E Benzi a ricordare ai riminesi più distratti «quante cose ha fatto Federico per la sua città, e non solo con i suoi film.
Se Rimini è diventata provincia, il merito è stato anche suo». Ma quante cose ha fatto anche Titta! Principe del foro, ha indossato la toga per oltre 60 anni, ricoprendo anche il ruolo di vicepresidente degli avvocati.
Uno dei tanti incarichi di Benzi: ha fatto anche il consigliere comunale e il segretario dei repubblicani, fino al presidente del Casino civico.
Tifosissimo del Rimini, che ieri appresa la morte ha subito voluto ricordare ‘Grosso’. Difficile trovare qualcuno a Rimini che possa parlare male di Titta.
Anche per questo, diceva convinto nel 2010, «vivrò ancora a lungo. La gente mi vuole bene, nessuno può dir male, compresi i miei clienti. E io ho difeso certe canaglie…». Ora Titta potrà riabbracciare il suo Fellas, non prima di aver salutato Rimini.
Domani i funerali, in forma privata, soltanto per i parenti e gli amici stretti. E con Federico, sicuramente impaziente, a guardarlo da lassù.
Il Resto del Carlino