Addio Notte Rosa? Turismo in crisi e idee finite: la verità che nessuno vuole sentire!

Caro Diario, in queste ultime settimane due momenti di incontro pubblico mi hanno fatto pensare. Il primo è stato l’evento organizzato dal circolo Rimini Centro del Pd sui forum urbani. Poca partecipazione di iscritti alla presenza della vice sindaca Bellini, ma argomenti decisamente interessanti anche se già conosciuti. 

L’altro è stata la tradizionale riunione tra l’amministrazione e i comitati turistici e di area. Un momento che serve per centrare sulle nuove procedure per il rilascio dei permessi e un dialogo su vari aspetti che riguardano il turismo, compresi i fondi a disposizione per le iniziative. Si è parlato di Notte Rosa, della Gradisca e del tempo che fu. Ho preso atto che nell’immediato non ci sono nuove idee sul piatto, sostanzialmente si tiene viva la Notte Rosa perché non si sa con cosa sostituirla. 

Quello che però mi ha colpito è che per la prima volta ho preso coscienza di sentore che vedo diffuso e che, devo ammettere, provo anche io: la rassegnazione sul nostro futuro.

Ho notato, non solo da parte degli amministratori presenti, ma soprattutto da parte dei “colleghi” dei comitati l’amara constatazione che sono finite le idee ma soprattutto è finito l’entusiasmo. Sempre riguardo Notte Rosa qualcuno ha sottolineato che gli unici che addobbano negozi e vetrine sono i venditori etnici di cappellini e collanine, in cerca di qualche vendita. Per il resto lo spirito di festa è svanito. Sono relegate a memorabilia del turismo nostrano le foto delle tavolate sulla battigia, delle feste che coinvolgevano migliaia di persone, dei fuochi d’artificio su tutta la riviera, delle gare di castelli di sabbia, dei talent nelle piazze e delle dirette sulle TV nazionali.

I motivi sono facilmente intuibili e accomunano l’amministrazione comunale, i cittadini e le associazioni: prima di tutto sono finiti i soldi, poi sta scomparendo la forza lavoro ed infine la burocrazia ha dato il colpo finale, spegnendo ogni nuova proposta sotto tonnellate di regole e scartoffie da compilare.

Per dovere di cronaca, il Sindaco ha promesso un piccolo aumento dei fondi a disposizione dei comitati, cosa non scontata ma sicuramente molto apprezzata.

Adesso mi dirai Caro Diario, cosa centrano i forum urbani? 

Parto da un fatto: i Romagnoli sono da sempre persone capaci di fare un matrimonio con i fichi secchi, sfruttando il loro ancestrale ingegno nei momenti di difficoltà. Negli ultimi anni però, siamo stati educati al silenzio e alla poca propensione al libero pensiero, perché un sindaco sicuramente carismatico e decisamente poco democratico si era eretto a capo della baracca, dove tutto passava da lui. Ci siamo adagiati, e mi ci metto in mezzo anche io, perché avevamo qualcuno che provvedeva a tutto: eventi, promozione, collaborazioni, visione. Ma il capo della baracca è andato via e a noi è rimasto qualche cosa di utilizzabile, ma molti cocci rotti. 

Dobbiamo risvegliarci e liberare il nostro innato genio creativo. È qui che i Forum Urbani devono entrare in campo, diventando quel contenitore che accorcia le distanze tra le idee dei cittadini e la praticità di imprenditori e amministratori. Sono, al momento e sulla carta, l’unico strumento di confronto tra cittadini, visto l’imbarazzante ruolo che hanno molti circoli di partito, oggi capeggiati da inconcludenti presidenti e volutamente svuotati delle loro funzioni.

Caro Diario, credo fortemente in questo nuovo strumento e vivo con la speranza che il Forum di Viserba, dove mi iscriverò, non sarà gestito con la logica del silenzio e del controllo, ma sarà mio impegno usarlo al meglio per quel percorso di rinascita e di rilancio che la nostra città aspetta da tanto, troppo, tempo. È il momento di contare e farsi sentire, iscrivendoci e partecipando attivamente alla vita dei Forum.

Stefano Benaglia