I truffatori ne sanno una più del diavolo. E mettono a punto ogni volta qualcosa di nuovo. Pare infatti che oltre ai canonici raggiri dei quali abbia detto più e più volta anche su queste pagine, ora si debba fare attenzione persino alle multe.
Situazione questa che riguarda da vicino anche i sammarinesi, i quali spesso e volentieri per non incorrere nell’iter burocratico complesso e anche un po’ invasivo delle multe italiane, quando si ritrovano con un “regalino” della polizia municipale sul parabrezza, per il “classico” divieto di sosta, procedono immediatamente al pagamento.
Da oggi però c’è un motivo in più per attendere o quantomeno per approfondire: i carabinieri infatti indagano sulla truffa delle finte multe.
Tutto è partito attraverso una signora, residente nella Valmarecchia, che si era trovata sul parabrezza un verbale di divieto di sosta. Aveva lasciato la propria auto nell’area di carico e scarico dell’ospedale di Novafeltria. La sorpresa, però, è arrivata quando l’automobilista si è recata col verbale e col bollettino per pagare la multa dalla polizia Municipale di Novafeltria.
La donna, infatti, non riusciva a capire quale importo doveva pagare in quanto, sul bollettino, le cifre erano discordanti. Agli agenti del comando, tuttavia, quel verbale è apparso subito molto strano ed è bastata un’occhiata per capire che si trattava di una buona contraffazione in grado di trarre in inganno le ignare vittime.
Oltre a una serie di difformità sul verbale, il conto corrente del bollettino non risulta intestato al Comune di Novafeltria ma, con tutta probabilità, agli autori del tentativo di truffa.
Sono già partite le indagini per riuscire a scoprire gli autori e i carabinieri, dopo aver raccolto la denuncia della mancata vittima, hanno depositato un’informativa alla Procura.
Il personale della Municipale dunque e anche il nostro giornale, invita tutti gli automobilisti a controllare bene le multe che trovano sul loro parabrezza e, in caso di dubbi, rivolgersi agli sportelli della polizia per verificare la genuinità del verbale. In ogni caso almeno una telefonata prima di “sborsare” si consiglia di farla.
David Oddone, La Tribuna