
“Un nuovo lockdown totale va evitato in ogni modo: sarebbe pesante e pericoloso, per l’economia e i cittadini”. Parola di Jean-Claude Juncker, ex presidente della Commissione europea, intervistato dal quotidiano La Stampa. L’ex premier lussemburghese, classe 1954, nota il quotidiano, ha lasciato la guida di palazzo Berlaymont poco meno di un anno fa. Nel frattempo, ha superato di slancio qualche difficoltà di salute e, quando le cose si mettevano al meglio, è rimasto sospeso come tutti nel tunnel del Covid-19. Juncker è soddisfatto del Recovery Fund, chiede controlli puntuali sulle capitali e la loro spesa, boccia la Lega e promuove il premier Giuseppe Conte. E invita l’Italia ad accettare i soldi del Mes.
“Bene Conte, Lega lontana dai valori dei popolari”
“La Lega e l’universo cristiano democratico non hanno nulla in comune. La nostra idea della politica e dell’Europa è incompatibile con quello che pensa Salvini” spiega. “Questo è il tempo della ragionevole flessibilità. Bisogno profittarne con concretezza, in modo da creare beneficio per le generazioni future. Sono fiducioso che questo succederà, anche in Italia dove, dopo qualche incertezza iniziale, il governo sta agendo in modo molto responsabile. Credo che il governo Conte continuerà su questa strada”. E sul Mes afferma: “La decisione spetta all’Italia. Io penso che, in queste circostanze, sia meglio utilizzare ogni risorsa disponibile e utile”.
Insomma, dopo un periodo di silenzio, Juncker è tornato con gli slogan di sempre, prendendosela con i sovranisti e promuovendo il premier Giuseppe Conte, passato dall’essere “l’avvocato degli italiani” alla guida di un governo populista ed euroscettico a un esecutivo ben più compiacente e fedele a Bruxelles come quello giallo-rosso. Da qui la simpatia di Juncker per il Presidente del consiglio rinsavito sulla strada dell’europeismo. Nell’agosto 2019, quando Conte venne confermato alla guida del governo Pd-cinque stelle, uno dei primi a complimentarsi fu proprio Juncker: “Onorevole presidente del Consiglio, caro Giuseppe – si legge nel testo della lettera di Juncker a Conte – desidero formulare, a nome della Commissione europea, le più sincere congratulazioni per la Sua nuova nomina a Presidente del Consiglio della Repubblica italiana. La formazione del governo da lei presieduto giunge in un frangente importante per la nostra Unione, che richiede il rinnovato impegno di tutti gli Stati membri”, scrisse Juncker.
Juncker non ha affatto abbandonato i palazzi del potere
A dirla tutta, quello di Juncker non è un vero e proprio ritorno, perché, di fatto, non se n’era mai andato. Chi pensa che l’ex premier lussemburghese si sia ritirato dalla vita politica, infatti, si sbaglia di grosso. Come riportato da IlGiornale.it, l’ex presidente della Commissione Ue, infatti, non appena deposti i panni di predecessore di Ursula von der Leyen ha indossato quelli di “advisor“, cioè consulente del commissario Hahn. La riprova si trova all’interno della lista dei cosiddetti Non-institutional special advisors pubblicata sul sito della stessa Commissione europea. Ricordiamo che Juncker aveva terminato il suo ruolo di presidente dell’esecutivo Ue il 30 novembre 2019. Il 5 dicembre, ovvero pochissimi giorni dopo, era già consulente, e resterà tale fino al 4 dicembre 2021.
L’incarico di Juncker è pro bono. Questo perché gli ex funzionari della Commissione svolgono un ruolo di advisor senza essere retribuiti. Tutti gli altri, invece, sono pagati a giornata un ventiduesimo dello stipendio di un funzionario di primo livello, sulla base di tre differenti gradi. In generale i consulenti lavorano circa 25 giorni l’anno. La posizione dell’ex presidente della Commissione, quindi, non è importante dal punto di vista economico ma da quello del potere. Già, perché in questo modo Juncker ha la possibilità di restare sempre lì, in attesa di “risalire sulla giostra” non appena ve ne sarà occasione.
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