Rimini. Aeradria, la bufera travolge anche Enac. Riggio (Presidente), Serrentino, Corte e D’Alessandro indagati dalla Finanza per bancarotta

riggio-2_0L’inchiesta della Guardia di finanza sul fallimento Aeradria guadagna altri nomi eccellenti. Questa volta si tratta dei vertici di Enac, quattro funzionari ora indagati per concorso in bancarotta fraudolenta. Primo fra tutti, Vito Riggio, presidente del consiglio di amministrazione dell’Ente e tre membri del cda, Roberto Serrentino, Andrea Corte e Lucio D’Alessandro. Per gli investigatori non ci sono dubbi: in quanto ente preposto al controllo contabile e strutturale degli aeroporti, Enac non ha vigilato adeguatamente su quello che stava succedendo in Aeradria, peggiorando così un dissesto che ha portato la società al tracollo. L’unico finora noto alle cronache giudiziarie era Serrentino, indagato anche per concussione. Membro del collegio sindacale di Aeradria, si era fatto pagare dalla società ormai con l’acqua alla gola un serie di consulenze per la bellezza di 70mila euro. Ora la bufera travolge anche Enac, che lunedì ha visto gli uffici perquisiti dai finanzieri riminesi che sono andati anche nelle rispettive abitazione degli indagati, a Roma, Milano, Napoli e Palermo. Si sono portati via un mare di documentazione cartacea e informatica. Sotto la lente, finiranno i rapporti da Enac e Aeradria e quelli tra i quattro indagati e la società che gestiva lo scalo riminese.
In una nota, Riggio, «anche a nome del consiglio esprime sconcerto e afferma l’assoluta estraneità alle contestazioni ricevute. Frutto di un evidente fraintendimento dei compiti del cda e del presidente».
Intanto Carim e altre aziende che vantano soldi nei confronti di Aeradria restano a bocca asciutta. Dopo il curatore fallimentare Santini, anche il giudice ieri ha deciso di non ammettere tra i creditori la banca, e ha respinto le istanze di altri creditori. Nel piano presentato ai giudici da Santini erano stati ammessi crediti per soli 18 milioni, rispetto ai 56 totali di debiti contratti dalla società di gestione dell’aeroporto. Molti dei creditori esclusi si sono subito opposti, a partire dalla Carim, ma il tribunale ha deciso che la banca non può essere ammessa tra chi deve riavere i soldi, per quanto sia stato accertato che abbia un credito di 9 milioni. Non è l’unica ‘bocciatura’ confermata dai giudici. Anche la Cbr, che chiedeva di essere riconosciuta tra i creditori privilegiati, è rimasta a bocca asciutta. La Cbr resta tra i chirografari, «nonostante ci siano più sentenze, anche della Corte Costituzionale – attacca dalla Cbr Giampiero Boschetti — che parlino a nostro favore. Valuteremo come opporci». Tra tanti esclusi, come la Carim che si opporrà, il curioso di RdR. La società (formata dagli albergatori, acquistava i biglietti per i voli) fallita poco prima di Aeradria, ha presentato un conto di 8 milioni e 168mila euro. Ma per lo stesso Santini la richiesta non stava in piedi, perché «il danno cagionato da Aeradria a RdR non è stato sufficientemente dimostrato». Il comitato dei creditori ha bocciato la richiesta, ma ieri il tribunale ha deciso di riammettere RdR tra chi deve riscuotere dall’aeroporto, seppur per una cifra minore, intorno ai 5 milioni. Il Resto del Carlino