La cassa di Risparmio di Rimini chiede al Comune 400mila euro. Soldi versati dalla banca per un aumento di capitale di Aeradria che non è mai stato deliberato dal consiglio comunale. Il caso è finito nei giorni scorsi in procura, dove sono stati depositati i documenti relativi al rapporto tra l’istituto bancario e il Comune di Riccione. La vicenda inizia nell’estate del 2011 quando il Comune scrive alla Carim chiedendo di versare, per conto dell’amministrazione pubblica, 388.847 euro sul conto corrente di Aeradria, motivando la cosa con la decisione, si trova scritto, di giunta e maggioranza di approvare l’aumento di capitale. Non solo, si fa presente che il consiglio comunale avrebbe deliberato a breve l’aumento, il mese successivo, in settembre. RICCIONE era socio di Aeradria come lo erano Rimini e la Provincia. L’aumento di capitale complessivo previsto all’epoca dai soci, era di 6 milioni di euro. Di questi la quota riccionese era di poco inferiore ai 400mila euro. Il caos che ha travolto e spazzato via Aeradria è ormai noto. Mentre il castello sul quale poggiava le fondamenta la società che gestiva l’aeroporto Fellini si sgretolava, la Carim passava all’incasso. Tra marzo e aprile del 2013 lo scambio di lettere tra l’istituto e il Comune si fa rovente. La banca chiede accesso agli atti, per avere in mano la documentazione in possesso dell’ente pubblico. Lo fa in un paio di occasioni, per fare luce su quanto accaduto in municipio dopo le linee di fido concesse ad Aeradria. La risposta del Comune tarda ad arrivare. Passa oltre un mese. E’ maggio del 2013 quando l’istituto riceve la lettera dell’amministrazione, ma il contenuto non va nella direzione auspicata dalla banca. LA RICHIESTA del 2011, con la firma dell’allora sindaco Massimo Pironi, viene definita una semplice volontà politica. Nulla a che vedere, quindi, con impegni formali e contabili. In poche parole la prima lettera firmata Pironi non era vincolante, a detta del Comune. La questione rimane aperta fino ad alcune settimane fa quando i documenti vengono rispolverati in municipio e portati in procura. DOPO la lettera di patronage dell’ora primo cittadino Massimo Pironi alla Carige, per finanziare Aeradria, vengono così alla luce altri denari finiti nella società che gestiva l’aeroporto Fellini. L’attuale sindaco Renata Tosi, per il caso Carige aveva risposto picche alle pretese dell’istituto. Tutto lascia presagire che la linea scelta dalla Tosi sarà la medesima anche nei confronti della Carim. Il resto del carlino
