Nove i denunciati eccellenti da parte della Guardia di finanza
L’ENNESIMA puntata dell’inchiesta su Aeradria è nella richiesta di proroga delle indagini firmata dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi. E’ arrivata nei giorni scorsi ad alcuni degli indagati eccellenti’, con la contestazione di un nuovo e più grave capo di imputazione, quello di associazione per delinquere. L’indagine del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza che vede nove denunciati, include sia i vertici della società che gestiva l’aeroporto Fellini che gli amministratori pubblici. Nel troncone incluso nella richiesta di proroga, ci sono il presidente di Aeradria, Massimo Masini, il vice presidente, Massimo Vannucci, il presidente della provincia, Stefano Vitali, il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, l’ex sindaco Alberto Ravaioli, l’ex presidente della provincia, Nando Fabbri, il presidente della Fiera, Lorenzo Cagnoni, Manlio Maggioli, ex presidente della Camera di Commercio, e Alessandro Giorgetti, presidente di Air, la società controllata da Aeradria. NELLA richiesta di proroga, oltre all’associazione per delinquere che viene contestata per la prima volta, ci sono una serie di reati fallimentari, l’abuso d’ufficio, fino alla truffa ai danni dello Stato. Reati che vengono contestati genericamente a questi nove indagati di quello che appare come un filone preferenziale’, dal momento che include sia i dirigenti della società che i politici che si sono succeduti nell’amministrazione di città e provincia. I quali, secondo la ricostruzione degli inquirenti, sono quelli che vanno a chiudere il cerchio’. Soltanto il termine dell’inchiesta però vedrà l’attribuzione esatta delle presunte responsabilità delle varie persone coinvolte nell’indagine. Passata di mano qualche mese fa e che adesso vede al lavoro due magistrati, Luca Bertuzzi e Paolo Gengarelli, coordinati dallo stesso procuratore della Repubblica, Paolo Giovagnoli. Avendo preso in mano l’indagine da poco tempo, gli inquirenti hanno deciso di prorogarla di altri sei mesi, anche se a giudicare dalle conclusioni della Guardia di finanza, gli investigatori sono convinti di avere ormai ricostruito il quadro per intero, dopo avere passato al setaccio tonnellate di documenti, interrogato decine di persone e ripercorso nel dettaglio che cosa ha portato a quel colossale buco’ di 53 milioni di euro che ha ridotto lo scalo riminese al fallimento e alla chiusura. Tirare le somme sulle singole responsabilità e decidere a chi contestare cosa, toccherà comunque alla magistratura una volta chiusa la maxi inchiesta. Anche se non è escluso che le prossime settimane possano riservare altre sorprese’. Il Resto del Carlino