L’unica risposta certa verrà dalle scatole nere. Le squadre di ricerca le avrebbero localizzate nel tratto di mare in cui sono stati trovati i resti umani e i rottami dell’EgyptAir precipitato con il suo carico umano di 66 persone, poco a sud dell’isola greca di Karpathos, a 290 chilometri di distanza dalla città di Alessandria; anche se il ministro dell’Aviazione civile egiziano, Sherif Fathi, ha smentito qualsiasi ritrovamento. I registratori che riveleranno con precisione quel che è successo a bordo dell’Airbus – i parametri di volo minuto per minuto, i discorsi fra i piloti in cabina – giacciono nel mar Egeo a 2500 metri di profondità. Non sarà facile riportarli in superficie. Bisognerà ricorrere a robot sottomarini ultra sofisticati, di cui né la Grecia né l’Egitto dispongono. Gli esperti prevedono che occorreranno diverse settimane, una volta individuate le scatole nere, prima che le registrazioni di volo siano disponibili. Nel frattempo è stato diffuso dalla Cnn un primo, breve audio della conversazione tra il pilota del volo EgyptAir caduto nel Mediterraneo e un controllore di volo. La conversazione sembra di routine, ma non è precisato a quale fase del volo risale. Le ricerche in mare intanto continuano per recuperare il maggior numero possibile di relitti, alcuni dei quali potrebbero offrire indicazioni utili all’inchiesta.
Ieri il portavoce dell’esercito egiziano Mohamed Samir ha pubblicato sulla sua pagina Facebook cinque foto dei resti recuperati in mare: pezzi della fusoliera, un giubbotto di salvataggio giallo, parti di sedili, buste in plastica con il logo della compagnia: elementi che non forniscono informazioni utili a sciogliere il mistero sui motivi della tragedia. Anche i messaggi automatici trasmessi dall’aereo sulla presenza di fumo a bordo non consentono di avvalorare ipotesi su un guasto tecnico o un attentato. Sebastien Barthe, portavoce dell’agenzia francese per la sicurezza dell’aviazione civile (Bea), ha spiegato che i messaggi sono stati emessi dal sistema di comunicazione Acars che invia regolarmente i dati di volo alla compagnia proprietaria del velivolo. Acars ha inviato 5 messaggi nel giro di pochi minuti, segnalando prima la presenza di fumo nella parte posteriore dell’aereo, poi nel Flight Unit Control, il pannello di comando del pilota automatico che si trova nella cabina di pilotaggio. L’ultimo messaggio Acars è stato emesso alle 2 e 29, pochissimi minuti prima che l’aereo scomparisse dai radar (2 e 33). «L’esame di questi segnali non ci permette comunque di stabilire nulla sulle cause del fumo. Avremo una risposta solo quando avremo trovato il relitto e le scatole nere», ha aggiunto Sebastien Barthe. Una fonte indipendente ha parlato in serata di un bomba che potrebbe essere esplosa nella toilette, ma non ci sono conferme di alcuin tipo.