Si è chiusa con 10 indagati, la maxi inchiesta della Procura di Forlì sulla aggiudicazione di appalti per i servizi di terra in alcuni aeroporti italiani, tra cui Rimini.
Insieme a funzionari di altri scali, anche Massimo Masini e Claudio Fiume, all’epoca rispettivamente presidente e direttore generale di Aeradria, hanno ricevuto ieri l’avviso di conclusione indagini.
I reati contestati, tra dicembre 2009 e agosto 2013, sono frodi nelle pubbliche forniture, legata all’insufficienza del personale rispetto agli standard qualitativi minimi previsti per lo smaltimento di merci, poste e bagagli, con conseguenti danni e ritardi ai servizi pubblici; l’abuso d’ufficio (il reato di cui è accusato Masini) per amministratori di società di un pubblico servizio, e la truffa ai danno dello Stato che riguarda invece i mancati versamenti di contributi ai lavoratori, Inps-Inail, per circa 12 milioni di euro.
A far partire le indagini, coordinate dalla Polizia di frontiera di Bologna, erano stati gli agenti della Polaria di Forlì, (soppressa l’anno scorso dopo la chiusura dell’aeroporto dovuto al fallimento della società) che avevano aperto un’inchiesta sugli standard di sicurezza aeroportuali nella scalo ‘Ridolfi’.
Gli investigatori avevano riscontrato irregolarità sull’applicazione delle normative nei servizi di handling, affidati con procedura d’appalto pubblico prima e con la verifica poi, dei requisiti originari per il mantenimento dei contratti stipulati. Alla fine le indagini si erano allargate agli aeroporti di Rimini, Firenze e Bologna. Anche se ieri mattina, le attività della Polizia di frontiera hanno guadagnato anche Milano Linate, Malpensa, Venezia e Roma Fiumicino.
Al centro di tutto, ci sono i quattro rappresentanti del gruppo Giacchieri Sas, che racchiude la società di servizio alle quali sono stati affidati i servizi di handling, tra cui il legale rappresentante Antonio Ferrara. Gli altri sei avvisi riguardano invece, come Masini e Fiume, le persone che all’epoca rivestivano ruoli dirigenziali nelle società di gestione degli scali. A Masini in particolare, viene contestato in sostanza il fatto di non avere sorvegliato e verificato. Come presidente del Cda, dice l’accusa, non richiedeva il cosiddetto Documento unico di regolarità contributiva alla società Giacchieri Sas, sia in sede di rinnovo del contratto e sia per il pagamento delle fatture mensili per i servizi di assistenza a terra.
Documenti che, sostiene l’accusa, in alcuni casi sarebbero stati falsificati e trasmessi via fax ai vari aeroporti, Rimini incluso. E sempre al ‘Fellini’ nell’agosto del 2012 era stato lo stesso funzionario Enac a rilevare gravi disservizi, in particolare una lunga attesa da parte dei passeggeri per la riconsegna dei bagagli sbarcati in ritardo, a causa della mancanza di mezzi e di uomini. Il Resto del Carlino