Una forte esplosione è avvenuta poco fa nel quartiere di Wazir Akbar Khan, al centro di Kabul, vicino ad un ospedale militare e all’ambasciata degli Stati Uniti. Residenti hanno segnalato che lo scoppio è stato seguito da un intenso scambio di colpi d’arma da fuoco automatiche .
L’attacco ha riguardato il più importante ospedale militare afghano che conta 400 letti. Sempre secondo fonti della polizia, militanti armati sarebbero riusciti ad entrare e risalire fino al terzo e quarto piano dell’edificio, mentre ingenti forze di sicurezza sono giunte sul posto.
Tra i dati vi sarebbero anche quelli relativi ai tecnici della Cia, con tanto di nomi e cognomi (Wikileaks in questo caso si è guardata bene dal pubblicarli). Il team di Assange ha pubblicato online solo una porzione di questo enorme database, ed ha anche fatto sapere che, per il momento, non intende diffondere le cyber armi in possesso all’Agenzia. Questo fino a quando “non emergerà un consenso sulla natura tecnica e politica di questo programma e su come questi armamenti vanno analizzati, resi innocui e pubblicati” . Il motivo della scelta: “Ogni singola arma cibernetica che finisce in circolazione si può diffondere nel mondo nel giro di pochi secondi per finire usata da stati rivali, cyber mafie come anche hacker teenager”.
Ma di che tipo di cyber armi stiamo parlando? Si tratterebbe di un vero e proprio arsenale di malware e decine di falle nei software che permetterebbero di spiare decine di prodotti, compresi iPhone di Apple, Android di Google, Windows di Microsoft e televisioni Samsung, che possono trasformarsi in microfoni nascosti. Per le proprie operazioni la Cia avrebbe utilizzato sia software commerciali che open source.
Tutti gli strumenti degli 007, a onor del vero, possono essere usati per vari scopi, compresa la lotta contro il terrorismo. Ma non si possono escludere altri utilizzi. WikiLeaks è convinta, inoltre, che la Cia si sia dotata di un gruppo autonomo che lavora sull’attività hacker senza dover dipendere dalla Nsa, l’agenzia finita al centro dello scandalo intercettazioni alcuni anni fa. I file di cui Wikileaks è venuta in possesso dimostrerebbero che in Europa la centrale operativa è il Centro ingegneristico di Cyber Intelligence Europe (Ccie), con sede aFrancoforte (Germania), in una base militare Usa. Questo centro si occupa di diversi Paesi, dall’Europa (compresa l’Italia) al Nord Africa e al Medio Oriente. Vi sono anche precise regole da seguire da parte del personale che vi lavora, in particolari sull’uso degli hotel.
WikiLeaks mette in guardia dai pericoli che possono derivare da questi armamenti elettronici: “La diffusione incontrollata di questi strumenti, che scaturisce dalla difficoltà di arginarle e contemporaneamente dal loro grande valore di mercato, è paragonabile al commercio internazionale di armamenti”. Corriere.it