Afragola, omicidio della piccola Martina, parla il padre dell’assassino: dopo averla uccisa “mio figlio si fece una doccia come se nulla fosse. Era come una figlia per noi”

Una tragedia che lascia senza fiato ha colpito la città di Afragola, dove la giovane quattordicenne Martina Carbonaro è stata brutalmente uccisa dall’ex fidanzato Alessio Tucci, 19 anni, con cui condivideva un passato segnato da rapporti complessi e tensioni mai del tutto risolte.

Il padre di Alessio, Domenico Tucci, ha espresso un profondo dispiacere e un sentimento di colpa in un’intervista rilasciata ai media locali: “Mio figlio è un bravo ragazzo, Martina era come una figlia per me e mia moglie. Siamo sconvolti da quanto accaduto e chiediamo scusa a tutti.” L’uomo ha poi raccontato che Alessio non era ossessionato da Martina, ma semplicemente innamorato e turbato dal sospetto che lei frequentasse un altro ragazzo. “Quando ha scoperto che chattava con qualcun altro, è stato sconvolto,” ha aggiunto.

Il dolore dei genitori di Martina è incontenibile. Il padre, Marcello Carbonaro, ha raccontato le amare circostanze che hanno preceduto il ritrovamento della giovane: “Alessio ci ha aiutato nelle ricerche, non avevamo idea fosse lui il colpevole. Mi disse che stava andando a fare la doccia dopo il delitto, e invece…” La madre di Martina, Enza Cossentino, ha espresso un desiderio di giustizia severa: “Chi ha fatto del male a mia figlia deve pagare.” E ancora, con un dolore straziante, ricorda come Alessio si sia comportato con cinismo dopo l’omicidio, “facendosi una doccia come se nulla fosse, mentre io sto ancora cercando di metabolizzare la perdita.”

Sull’eco di questa tragedia si è pronunciata anche la premier Giorgia Meloni, che attraverso un messaggio sui social ha inviato “un abbraccio pieno di dolore e vicinanza” alla famiglia Carbonaro e ha lanciato un appello all’intera nazione e alle istituzioni per una lotta più efficace contro la violenza sulle donne, in particolare quella giovanissima. “Martina aveva solo 14 anni – ha sottolineato – una vita piena di sogni e speranze che le è stata strappata brutalmente. È una ferita che ci deve spingere a un cambio culturale e sociale profondo, perché non si ripetano tragedie simili.”

Nel contesto dell’indagine emergono dettagli drammatici: la madre di Martina ricorda uno schiaffo che Alessio avrebbe dato a sua figlia tre settimane prima del delitto e un senso di paura e silenzio che forse la ragazza aveva tenuto nascosto. Inoltre, un inquietante scambio con la mamma di Alessio riguardo ai social network e alle potenziali insidie di quell’ambiente sembra suggerire una tensione che i familiari non avevano colto del tutto.

Intanto, sul fronte giudiziario, domani è prevista l’udienza di convalida del fermo per Alessio Tucci nel carcere di Poggioreale, dove è detenuto con l’accusa di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. È fissato inoltre per il 3 giugno l’incarico al perito che dovrà eseguire l’autopsia sulla vittima.

Questo dramma, che ha colpito una famiglia, una comunità e un intero Paese, riporta al centro del dibattito la necessità di un impegno collettivo contro la violenza di genere, perché nessuna vita, soprattutto quella dei più giovani, venga mai più spezzata così brutalmente.