Un aggiornamento dell’analisi sulla situa-
zione politica, conferma senza alcun dubbio
che il Patto per San Marino non è in grado
di impostare un progetto per una nuova
San Marino e di fare le riforme. Così non
può andare avanti, tanto meno altri tre anni.
Esprime un governo debole che procede
a strappi, sotto dettatura, debilitando il
sistema economico e portandolo verso il
declino. Non ha capacità decisionali per-
ché è formato da persone abituate soltanto
ad accumulare il consenso e non a gestire
una crisi di grosse proporzioni che richiede
un’azione globale coordinata, la conoscen-
za esatta dello stato della ?nanza pubblica,
ampie collaborazioni, sacri?ci, misure anti-
popolari, una visione di futuro e idee chiare
sul percorso da seguire. Si corre pertanto
il rischio di scivolamento verso elezioni
anticipate con una legge sbagliata, in un
periodo sbagliato. Invece il Paese avrebbe
bisogno di tre anni di stabilità e operosità
per cambiare radicalmente. Siamo infatti
all’ultimo appuntamento per ammodernare
il sistema, salvare la parte sana e riposizio-
nare l’economia. Siamo agli sgoccioli per
ridare ruolo e dignità alla politica prima che,
oltre il Pianello si riempia di gente anche
il Palazzo. Siamo all’ultima chiamata per
avviare il percorso delle riforme sulla base di un progetto condiviso che porti all’ascolto
dei cittadini; ad un Paese funzionante, più
ef?ciente, più liberale, più rigoroso; ad un
ambiente sano e dinamico favorevole agli
imprenditori veri. Penso che non esista
altra possibilità che quella di voltar pagina
nella gestione del settore economico e
?nanziario; di de?nire un patto tra capita-
le e lavoro dipendente e di impostare un
patto ?scale con i cittadini e le imprese;
di introdurre autonomamente innovazioni
coraggiose per non perdere il contatto
con il mondo che cambia velocemente; di
lasciare perdere i nazionalismi guerreschi,
le improvvisazioni che non stanno né in
cielo né in terra, le leggi di impronta “cu-
bana” come quella proposta per il settore
commerciale, le invenzioni stravaganti per
mischiare monofase e IVA a seconda delle
convenienze, le demagogiche proposte di
nuove spese mentre non regge il bilancio.
Occorre dunque costruire una alternativa
che non è quella delle formule, delle sigle
partitiche e delle vecchie categorie destra-
sinistra che hanno già fatto troppi danni.
Alternativa signi?ca qualità di governo,
trasparenza, legalità, competenza, priorità
alla politica, riposizionamento del Paese e
contesto europeo, innovazione tecnologica
e formazione professionale. Al di fuori di
queste scelte e di un governo che governi,
c’è uno scenario di “lacrime e sangue” che
non vorrei vedere nei prossimi mesi, ma
che non è da escludere:
L’Infedele – San Marino Oggi