Aggredirono il furgone del Bologna FC: Daspo per quattro ultras della Pallacanestro Forlì

Quattro tifosi forlivesi, legati al tifo organizzato della Pallacanestro Forlì, sono stati identificati come autori di una violenta aggressione avvenuta lo scorso dicembre in un’area di servizio sull’A1. I fatti si sono verificati presso la stazione di rifornimento San Martino Ovest, in provincia di Parma, mentre i supporter facevano rientro da una trasferta a Cremona.

Secondo quanto ricostruito dalla Polizia di Stato, i quattro, viaggiando su due furgoni, si sono imbattuti casualmente in un mezzo della società Bologna FC, riconoscibile dai loghi del club. All’interno del veicolo si trovavano due magazzinieri e l’autista, anch’essi di ritorno da una trasferta calcistica, quella contro il Torino. I tifosi forlivesi si sono avvicinati e, secondo quanto emerso dalle indagini, hanno minacciato e costretto fisicamente gli occupanti a consegnare tre capi di abbigliamento ufficiali della squadra felsinea, trattati come “trofei” di una spedizione non premeditata ma comunque violenta.

L’indagine, coordinata dalla Procura di Parma e sviluppata dalla Digos di Forlì-Cesena con il supporto della Polizia Stradale di Parma, ha permesso di ricostruire con precisione i movimenti dei due veicoli e i dettagli della trasferta. Fondamentali si sono rivelati i filmati della videosorveglianza e l’analisi dei dati relativi agli spostamenti dei mezzi, che hanno portato all’individuazione di quattro soggetti, tutti sopra i quarant’anni, già noti negli ambienti del tifo organizzato forlivese.

Nel mese di aprile, le perquisizioni domiciliari autorizzate dall’autorità giudiziaria hanno portato al rinvenimento di uno dei capi rubati, poi restituito ai legittimi proprietari. I quattro sono ora indagati per il reato di rapina aggravata in concorso, e la loro posizione è al vaglio del Questore di Parma per l’emissione del Daspo, il divieto di accesso alle manifestazioni sportive.

Il provvedimento, in corso di definizione, dovrebbe escludere i soggetti coinvolti dalla partecipazione a eventi sportivi per un periodo di tempo che sarà stabilito in base alla gravità del fatto. Ancora una volta, la violenza che nulla ha a che fare con la passione sportiva torna a macchiare un contesto che dovrebbe unire, e non dividere.