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  • Agnelli: “Non ascoltato, non mi sono potuto difendere”

    (ANSA) – ROMA, 25 FEB – “La sospensione mi è stata imposta
    dalla Federazione italiana dopo aver studiato l’indagine del
    Dipartimento di giustizia. Ma non sono stato ascoltato e non ho
    potuto difendermi. Le dimissioni sono scaturite da un’indagine
    penale che mi riguarda personalmente. Non posso dire molto su
    questo, perché il caso è ancora in corso. La prima udienza
    preliminare è fissata per il 27 marzo. A quel punto si deciderà
    se il caso si ferma o meno”. Così Andrea Agnelli, ex presidente
    della Juventus, ha parlato dell’addio al club bianconeri in
    un’intervista esclusiva concessa al quotidiano olandese
    Telegraaf.
        “Non voglio che la Juventus si faccia carico di questo peso
    per tutto questo tempo – ha aggiunto -. Un nuovo Cda può
    rappresentare meglio il club e non ha nulla a che fare con le
    accuse. Inoltre sono libero di difendermi in Tribunale da
    qualsiasi accusa. Un mio ritorno nel calcio? Quello che riserva
    il futuro lo sa solo il futuro. Vedremo. Per ora sono un normale
    appassionato”.
        Sulla Superlega ha aggiunto: “Nel 2019 eravamo pronti,
    Aleksander (Ceferin, ndr) e io. I top club di tutti i campionati
    Eca (all’epoca circa 130 club professionistici europei) si sono
    accordati su un nuovo formato. I club di medie dimensioni dei
    grandi campionati, i dirigenti dei grandi campionati e alcune
    Federazioni vedevano il nuovo formato come una minaccia. Per
    questo motivo Ceferin si tirò indietro. I club erano a favore di
    un sistema calcistico europeo rinnovato e migliorato. Quando
    l’Uefa ha messo i bastoni tra le ruote, sono nati progetti
    esterni all’Uefa per organizzare una nuova competizione con
    tutti i club dell’Eca. Se alla fine la cosa prenderà piede
    dipenderà in parte dalla Corte di giustizia europea”. (ANSA).
       


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