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Nel corso del Consiglio nazionale del Movimento 5 Stelle è andato in scena un confronto tra le varie anime, ma alla fine sembra essere passata la linea governista seppur con un chiaro avvertimento. “È emerso il disagio politico dell’intera comunità del Movimento. La permanenza al governo dipende dalle risposte concrete, nei fatti, che verranno date ai vari punti delle nostre richieste“, fanno sapere fonti grilline.
In sostanza il sostegno del M5S all’esecutivo è legato alle risposte che il premier Mario Draghi fornirà a Giuseppe Conte nell’incontro in programma alle ore 12. Dunque non si vorrebbe arrivare allo strappo, ma i 5S avanzeranno una serie di priorità imprescindibili e pretenderanno di vigilare sull’azione di governo per le loro battaglie (dal Superbonus 110% al reddito di cittadinanza). In caso di pesanti “no” di Draghi si potrebbe valutare di abbandonare la maggioranza.
L’esame in Aula
L’Assemblea di Montecitorio, accogliendo la richiesta del governo, ha deciso che l’esame del dl Aiuti riprenderà alle ore 14 nell’Aula della Camera. In precedenza Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, a nome dell’esecutivo ha chiesto il rinvio degli argomenti all’ordine del giorno della seduta della Camera. Prima della ripresa della seduta dell’Aula è stata convocata la conferenza dei capigruppo.
Dai banchi di Fratelli d’Italia sono stati lanciati dei fascicoli verso il ministro D’Incà mentre stava annunciando la richiesta di rinvio fino alle 14 dei lavori dell’Aula. L’Agi riferisce che, poco prima del voto, il deputato Nico Stumpo di Liberi e uguali ha denunciato il lancio di oggetti verso il minitro da parte di deputati di FdI e perciò ha invitato loro a scusarsi.
Il caos sulla fiducia
Ieri era circolata la possibilità di evitare di prevedere la fiducia sul dl Aiuti, vista da molti partiti di maggioranza come un assist a favore del M5S. Ecco perché è partita subito una rivolta contro i 5 Stelle, con la Lega che ha parlato di un caso senza precedenti. “A noi certi favoritismi non sono mai stati concessi, quindi si creerebbe una questione politica gravissima“. Poi in serata è tornata con forza l’opzione fiducia per blindare il provvedimento.
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