Al Sant’Orsola di Bologna un trapianto a cuore fermo

Un cuore fermo da 20 minuti è stato prelevato a Livorno e trapiantato con successo a Bologna: il Policlinico Sant’Orsola ha realizzato per la prima volta in Emilia-Romagna un trapianto da donatore a cuore fermo con prelievo fuori regione, mobilitando due équipe cardiochirurgiche contemporaneamente.
La prima squadra è andata a Livorno, portando strumentazione per ricreare una sala operatoria cardiochirurgica nell’ospedale, non sede di cardiochirurgia, per prelevare il cuore e trasportarlo a Bologna dove la seconda équipe era pronta per il trapianto.

Il paziente ricevente oggi sta bene.
Secondo Davide Pacini, direttore della Cardiochirurgia del Sant’Orsola si è trattato di un gioco di squadra che ha permesso di “valorizzare donatori che si trovano in ospedali non sede di cardiochirurgia.

Mettere in piedi un sistema in cui la squadra che preleva il cuore si sposta verso il donatore, anche fuori regione, garantisce performance migliori della procedura”.

    L’operazione ha richiesto la collaborazione dei Centri Regionali di Riferimento Trapianti di Emilia-Romagna e Toscana.
La prima équipe era composta da due cardiochirurghi, uno specializzando, un’infermiera strumentista, due perfusionisti e due rianimatori, oltre alle macchine Ecmo e strumenti specifici per conservazione e trasporto.
“Un’altra vita salvata e un altro importante passo avanti della nostra rete trapiantologica regionale – commenta l’assessore regionale alla Sanità Massimo Fabi – che si conferma sempre più punto di riferimento altamente innovativo a livello nazionale”. La Cardiochirurgia del Sant’Orsola vanta una sopravvivenza a 5 anni dal trapianto del 79%, contro una media nazionale del 73%.

Ansa